ROMA, giovedì, 6 dicembre 2012 (ZENIT.org).
Lettura
Isaia annuncia che nella santa Gerusalemme abiterà un popolo giusto e fedele. Qui allude già alla comunità spirituale, alla Chiesa, che avrà in Cristo il suo fondamento. Invece la città superba, che si era opposta al disegno di Dio, sarà calpestata da quei poveri che, per rimanere fedeli al Signore, hanno subito ingiustizia e oppressione. Nel Vangelo, concludendo il discorso della montagna, Gesù afferma che per possedere il Regno non è sufficiente credere che Egli è il Signore, ma occorre compiere la volontà del Padre, cioè mettere in pratica la Sua parola.
Meditazione
La nostra religiosità non si fonda su teorie o su astratti principi filosofici: è piuttosto un incontro personale con Cristo, che ci sollecita a imitarlo, operando un’interiore e profonda conversione, fino a diventare suoi testimoni. Gesù dice di sé: «Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato» (Gv 6,38). Insegnandoci a pregare ci fa dire: «Sia fatta la Tua volontà». È quindi nell’imitazione di Cristo, nel fare la Sua volontà che noi costruiamo giorno dopo giorno la nostra casa fondata sull’incrollabile roccia. È nel vivere concretamente nella nostra quotidianità i sentimenti di Gesù, che la sua parola diventa carne in noi. Lungo lo scorrere dei giorni, possono poi accadere cose liete e cose tristi. Queste ultime possono a mettere a dura prova una persona. Chi è privo di punti fermi sul senso della vita e della sua fugacità, sulla gioia e sulla sua caducità, sul dolore che si riscatta e diventa prezioso se unito a quello di Cristo, sulla morte che non è definitiva ma si spalanca sulla vita in pienezza; è esposto alla rovina. In questo Avvento dobbiamo recuperare, in primo luogo, la povertà di spirito: la beatitudine di coloro che si fidano e non confidano in altri che in Lui. In secondo luogo, l’obbedienza; questa è stata la via di Gesù ed è per noi l’unico modo di cercare Lui: ogni atto di obbedienza ci avvicina a lui. Sono tra coloro che dicono “Signore, Signore”, o tra coloro che conservano nel cuore la parola e la vivono? Posso dire in verità che Cristo è la roccia, il fondamento della mia vita?
Preghiera
Gesù sei la mia roccia, la mia forza, il mio baluardo, il mio scudo. Tutto ciò che è in me ti loda poiché tu ci hai fatto passare dalle tenebre alla tua luce mirabile. Benedetto sei tu per la tua Chiesa, fondata sulla pietra ferita del tuo corpo da cui promana sangue ed acqua. Sii lodato per questa ferita, per questa debolezza che ci comunica la forza e la vitalità. Anche oggi, nel deserto torrido della modernità, tu sei la roccia del tuo popolo.
Agire
Per conservare nel cuore la parola di Dio e far sì che essa diventi criterio di discernimento, mi impegno a sintetizzare il Vangelo ascoltato in una giaculatoria, ripetendola durante il giorno.
Meditazione del giorno a cura di padre Celeste Cerroni, M.S. (Missionari de La Salette), tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it