Grazie al supporto della FSE Tedesca l’associazione Ucraina muove i primi passi nel 1999: sui monti Carpazi il primo campo. Ma è dopo l’Eurojam del 2003 realizzato in Polonia, che conosce un grande sviluppo. “Una storia felice – spiega il responsabile Nazar Yemerenko -. Siamo passati da 50 a 600 in poco tempo arrivando dai territori della parte occidentale del paese fino al centro, forti dell’incoraggiamento di Giovanni Paolo II espresso nella Novo Millennio Ineunte”.
I Gruppi sono inseriti, come del resto la maggior parte di quelli dell’Unione, in parrocchie. “Greco e romano cattoliche – specifica – dove svolgono le attività settimanali le nostre unità, con impegno particolare nei tempi forti dell’anno liturgico: dalla costruzione di presepi, alla distribuzione della luce di Betlemme nelle case degli anziani, all’animazione di tempi di preghiera in quaresima. Cerchiamo di vivere in modo autentico la nostra fede in Cristo, come riporta del resto il terzo principio degli Scout d’Europa: Lo Scout, cosciente della sua eredità cristiana, è fiero della sua fede; egli lavora per realizzare il Regno di Cristo in tutta la sua vita e nell’ambiente che lo circonda. In questo ultimo anno – aggiunge – diversi nostri Capi hanno preso parte alla rivoluzione della dignità a Maidan, Kiev. Gelo, freddo, insicurezza e alla fine il sangue dei nostri coetanei è stato un prezzo che abbiamo pagato per la scelta dei valori europei”.
176 i ragazzi presenti in Normandia: 85 esploratori, 50 guide, 30 tra Capi, rover e scolte, 4 sacerdoti e 4 suore. “Abbiamo sperimentato un’accoglienza calorosa e speriamo che lo spirito di fraternità e la preghiera comune portino la pace in Ucraina. Ci rincuora sapere che ogni sera alle 21 al campo, tutti recitano un rosario per la pace nel mondo, con un pensiero particolare per il nostro paese. Malgrado le notizie che arrivano dall’Ucraina per noi continuare a formare testimoni dei valori umani e cristiani è un elemento fondamentale per il futuro del nostro paese. Anche la presenza dei nostri fratelli russi è motivo di comunione. Sappiamo bene entrambi che certe divisioni nascono per motivi ed interessi politici ed economici. In questo senso la nostra comune presenza al raduno è segno che i valori alla base dello scoutismo possono costituire via di pace per tutti”.
“La fede in Cristo è sorgente di unità e l’unità segno di pace – sottolinea l’Assistente generale don Polycarte Martselynuk -. Anche in questo momento buio sono tante le testimonianze di fede intorno a noi, come i cento civili uccisi per la difesa della dignità del proprio popolo. Il motto scelto per questo evento Venite et videte ci auguriamo unisca nel profondo tutti i giovani europei contro la guerra e a favore di una società rispettosa della dignità di ciascuno. A Maria, madre di tutti gli scouts, affidiamo le nostra speranze per un futuro felice e migliore in particolare per il nostro popolo”.