ROMA, mercoledì, 5 dicembre 2012 (ZENIT.org).
Lettura
Isaia, forse dopo aver visto la rovina di Babilonia (25,1-5), parla della cura totale che Dio avrà per il suo popolo. Quanto è importante che viviamo tenendo ben presente in mente quello che ci aspetta! È giusto che guardiamo avanti, a ciò che Dio avrà riservato per noi nel futuro. È l’oggetto della nostra speranza. Isaia usa l’immagine del banchetto, un modo per descrivere la ricchezza delle benedizioni che godremo per sempre, e per aiutarci a capire quanto meraviglioso sarà stare alla presenza di Dio. Questo succederà quando Gesù Cristo ritornerà per accogliere tutti coloro che credono di cuore in Lui. Nel Vangelo, Gesù guarisce e moltiplica i pani per instaurare un dialogo vivo con i poveri, dei quali si è fatto solidale.
Meditazione
La folla che si raduna attorno a Gesù alle falde del monte rischia di «venir meno lungo il cammino». È ancora Gesù a preoccuparsi di essa: egli ha compassione della gente che non ha nulla da mangiare. Gesù chiama i discepoli. Secondo costoro, la soluzione deve venire da fuori: «Dove trovare pane per tanta gente?”. Secondo Gesù la soluzione deve venire dalla gente: «Quanti pani avete?». Così, i poveri di Israele, seduti sull’erba, consumano i pani e i pesci del miracolo. Con questi pochi pani e pesci, Gesù sazia la fame di tutti, e ne avanza in abbondanza. Se oggi la gente condividesse ciò che ha, non ci sarebbe fame nel mondo. Avanzerebbero molte cose! Veramente, un altro mondo è possibile! Oggi quel miracolo si compie – in un modo ancor più meraviglioso – nell’Eucaristia, qui sotto i nostri occhi: e noi non siamo «pieni di stupore». È perché non siamo nel deserto? O forse perché viviamo nella società dei consumi e tra noi c’è soltanto l’imbarazzo della scelta? Certo, per fare l’esperienza viva del Vangelo che oggi la liturgia ci porge, è necessario saper uscire un poco dall’abitato, lasciarsi alle spalle il traffico assillante dei nostri giorni feriali, prendersi un po’ di vacanza per lo spirito. Si tratta, per lo meno, di ristabilire nella nostra vita il giusto ordine, in modo che l’operare scaturisca dall’essere, com’era per il Cristo. Gesù ha compassione. C’è compassione in me di fronte ai problemi dell’umanità? Faccio qualcosa? Sono in grado di svincolarmi dagli impegni per dedicare qualche tempo a stare con Gesù, come facevano gli antichi monaci del deserto?
Preghiera
Dammi, Signore, tanta fame della tua parola, del tuo pane: un’insaziabile fame di te. E fa’ che io – uno tra la folla – venga a cercarti con il cuore aperto a un’infinita speranza. Ti prego ancora, Signore, dammi uno spirito festivo, capace di godere la tua gioia, e la gioia tua negli altri. Amen.
Agire
Oggi, per vivere la cura di Dio e la compassione di Gesù, voglio farmi carico di un fratello in necessità, e condividere il problema con Lui.
Meditazione del giorno a cura di padre Celeste Cerroni, M.S. (Missionari de La Salette), tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it