Albertino

Essere cristiani è vita di riconoscenza per l’amore immenso in cui Dio ci immerge

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Albertino cresceva al calore dell’amore della mamma. Egli era totalmente proiettato verso la mamma e la mamma viveva totalmente per lui.

Questo sentirsi amato e perdonato sempre, comunque e dovunque, provocava in Albertino un crescente slancio di riconoscenza verso la mamma. Un giorno, a quattro anni, durante il pranzo, Albertino s’accorse che la mamma era stanca, malata: “Mamma, oggi i piatti li lavo io”.

“Non preoccuparti, tu sei piccolo”.  “Tu, mamma, sei stanca; lascia che faccia qualcosa per te”.  La mamma prese atto che Albertino voleva ad ogni costo approfittare dell’occasione per ringraziarla concretamente e dimostrare riconoscenza per tanto amore.

Il piccolo lasciò la mamma seduta nella sala da pranzo; indossò il grembiulone e con tutto l’impegno s’imbarcò in un’ operazione più grande di lui: lavare i piatti.

Cominciò l’impresa.  Ogni piatto che toccava si “moltiplicava” per terra.  Un sussulto, ma poi riprendeva, e i piatti si “moltiplicavano” per terra. La mamma, nel sentire tale musica, si alzò piano piano dalla sedia.

Andò, senza farsi notare, in un angolo della cucina da dove ammirare la scena. Lei non s’accorgeva tanto dei piatti che si rompevano, ma rimaneva rapita dal gesto d’amore di Albertino. Commossa si avvicinò al suo piccolo e gli stampò un grosso bacio dicendogli: “Grazie, figlio mio!”

Essere cristiani è vita di riconoscenza per l’amore immenso in cui Dio ci immerge. Dio non ci valuta per quanto siamo capaci di fare, ma per l’amore che si mette in ciò che si fa. Nulla è piccolo di ciò che si fa per amore. Nell’amore ciò che conta è amare.

Ciao da p. Andrea

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Andrea Panont

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