Lettura

Il quarto capitolo del Vangelo di Luca riporta il discorso tenuto da Gesù nella sinagoga di Nazaret, «dove era cresciuto»: sono le sue prime parole pronunciate da maestro, quelle con cui inaugura la sua predicazione. La sua prima uscita si rivelò però fallimentare e pericolosa, in quanto finì con un vero e proprio tentato omicidio da parte dei fedeli. Non molti, questi, ma molto determinati: «Lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte per gettarlo giù dal precipizio». Ma colui che è venuto «a proclamare l’anno di grazia del Signore» non può essere fermato.

Meditazione

Questo è da sempre il destino del profeta, di chi non cerca il proprio interesse, ma si lascia guidare dalla luce e dalla verità di Dio, come dice il Salmo; il destino di chi cerca solamente di piacere e obbedire a Dio, pur sapendo di non essere gradito agli uomini. Il profeta spesso si trova ad essere contro e non per anticonformismo o per partito preso, ma per servizio alla verità. «Nessun profeta è bene accetto in patria». Gesù intuiva che i Nazaretani non avrebbero creduto al «figlio di Giuseppe». Quelli del suo paese, quelli che frequentano la sinagoga, sono proprio loro a non seguirlo e a desiderarlo morto. Anche noi cristiani possiamo essere di ostacolo alla Parola, se non riusciamo a intuire il nuovo e il vero che Dio ispira. Quante volte capita di chiudere la porta a Cristo soltanto perché le sue parole ci costringono a guardarci dentro e a cambiare! Di fronte a lui non possiamo permetterci abitudine, convenienza, scialbore. Gesù si rifà a due episodi dell’Antico Testamento per indicare le due condizioni che permettono alla sua parola di compiersi in noi e che permettono a noi di affrontare seriamente la vita cristiana: la disponibilità a spendersi totalmente e l’umiltà. Senza queste, il cielo rimane chiuso. La vedova di Sarèpta, poverissima, rinunciò all’ultimo pugno di farina per dare ospitalità ad Elìa; Naamàn, capo dell’esercito aramèo, obbedì al ridicolo comando di Elisèo per essere guarito. L’una rischiava la sopravvivenza; l’altro rischiava la derisione; ma la carità dell’una e l’umiltà dell’altro hanno permesso il miracolo da parte dei profeti ebrei che avevano fatto visita proprio a loro, che non appartenevano al popolo di Israele. Umiltà e carità, dunque, e il Signore farà ancora miracoli in mezzo a noi.

Preghiera

Nell’incredulità mi sento come chi non ha occhi per vedere le tue meraviglie, né orecchie per ascoltare la tua parola. Apri, o Signore, il sentire del mio cuore perché io non mi chiuda in false convinzioni e l’esperienza della fede rinnovi la vita. Basterà che tu dica:«Bàgnati e sarai purificato».

Agire

Dietro a ogni più piccolo gesto imprevisto si può nascondere la più grande occasione di vita. Lasciamoci raggiungere e accendere dall’inatteso che si cela nel quotidiano.

Meditazione a cura di mons. Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it