Lettura

Il capitolo 18 del Vangelo di Matteo racchiude il discorso di Gesù sulla vita ecclesiale; discorso che ha il suo centro nella correzione fraterna e che si conclude con la parabola del servo spietato. La parabola è preceduta da una domanda di Pietro, portavoce dei credenti di tutti i tempi: «Se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli?». Le quattro scene della parabola sono incentrate su altrettante disposizioni d’animo: la supplica del primo servo, la misericordia dimostrata dal re, la crudeltà del primo servo verso il compagno, la severità del re.

Meditazione

«Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette». Il perdono di cui il Signore ci rende capaci è illimitato: va offerto a tutti, sempre e per ogni circostanza. I diecimila talenti della parabola sono una somma esorbitante, che eccede qualsiasi disponibilità economica. Quel debito insolvibile simboleggia la condizione dell’uomo di fronte a Dio: sempre in debito per il bene che riceve; sempre impossibilitato a contraccambiarlo. Ma il Signore «è buono e retto» e non si dimentica della sua misericordia «che è da sempre»; egli continua a perdonare l’uomo e a riempirlo dei suoi doni per pura gratuità, senza che se lo meriti. «Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?». Il perdono che abbiamo ricevuto da Dio diventa in noi come una fonte da cui scaturiscono, senza limitazione, rispetto, attenzione, accoglienza, pazienza, indulgenza, che a nostra volta noi esercitiamo verso i nostri fratelli. Altrove, il Signore dice che la riconciliazione con il fratello è condizione previa alla presentazione della nostra offerta all’altare. «Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Forse ci è facile fare verità nella nostra vita, invocare il perdono del Signore per qualche nostro comportamento scorretto ed esprimergli il nostro sincero desiderio di cambiare, ma non sempre ci è facile sopportare da parte degli altri una parola sgarbata, un gesto maldestro, una dimenticanza. Il Signore, che è misericordioso con noi perché anche noi lo siamo con i nostri fratelli, ci dice anche: «Se voi perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi». Facciamo dunque il primo passo.

Preghiera

Signore, tu che per mezzo del tuo Figlio mi hai reso capace di così grande amore, aiutami a comprendere le mie debolezze perché, attraversato il fuoco della spogliazione, io possa raggiungere la consapevolezza che il perdono supera ogni ostacolo e dona vera libertà al cuore.

Agire

Riconoscendomi uomo bisognoso di perdono, rispetto il mio fratello che, come me, ha la necessità di essere accolto con la stessa misericordia che viene da Dio.

Meditazione a cura di mons. Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it