L'Isis decapita un giornalista americano: messaggio a Obama

In un video che ritrae l’omicidio, il boia annuncia che un altro reporter americano è in mano all’Isis e minaccia gli Usa di fermare i raid

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Il video sta facendo il giro del mondo. È l’ennesimo triste contributo che proviene dai territori controllati dallo Stato islamico dell’Iraq e del Levante: la decapitazione di un giornalista americano con anni di giornalismo di guerra alle spalle, James Foley, rapito nel 2012 in Siria. Nel filmato si vede poi anche un altro giornalista statunitense, Steven Joel Sotloff, anche lui rapito in Siria. “La vita di questo cittadino americano, Obama, dipende dalle tue prossime decisioni”, minaccia il terrorista nel video.

Si legge poi, in un altro passaggio del filmato: “Obama ha autorizzato operazioni militari contro lo Stato islamico ponendo effettivamente l’America su un piano scivoloso verso un nuovo fronte di guerra contro i musulmani”. Messaggio a cui fanno eco le parole pronunciate (con forte accento britannico) dal terrorista che taglia la gola a James Foley. “Questo è James Foley, un cittadino americano. – dice l’uomo interamente vestito di nero e con il volto coperto – I vostri attacchi hanno causato perdite e morte tra i musulmani… non combattete più contro una rivolta, noi siamo uno Stato, che è stato accettato da un gran numero di musulmani in tutto il mondo. Quindi, ogni aggressione contro di noi è un’aggressione contro i musulmani e ogni tentativo da parte tua, Obama, di attaccarci, provocherà un bagno di sangue tra la tua gente”.

Mentre la Casa Bianca si limita per ora a comunicare che sta lavorando per verificare l’autenticità del video, in Iraq è intanto arrivato stamattina il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi. A Baghdad dovrebbe incontrare il presidente uscente Nouri Al Maliki. Secondo Renzi chi pensa che la Ue volti le spalle davanti ai massacri, impegnata solo a pensare allo spread, o sbaglia previsione o sbaglia semestre. Lo stesso Primo ministro ha inoltre ricordato che oggi è arrivato il sesto aereo di aiuti umanitari dall’Italia in Iraq.

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ZENIT Staff

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