Tu sei il Figlio del Dio vivente

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

Share this Entry

Lettura

Geremia contrappone legge scritta su pietra a legge scolpita nel cuore. È il segnale di un’alleanza che Dio stringe direttamente con le anime. Ciò che cambia profondamente l’interiorità viene costruito come su una roccia. Su un fondamento solido bisogna poggiare anche la vita del corpo storico di Cristo, la Chiesa. Cambiando il nome a Simone, Gesù promulga l’identità di ogni nuovo membro della città di Dio: poggiato come su una pietra salda, ognuno è messo in grado di riconoscere, con la retta ragione, la verità, anche al di là dello scandalo che può provenire dalla sofferenza del Signore. 

Meditazione

Ben quattro sono le sottolineature del Vangelo: l’indagine, svolta dal Maestro tra i discepoli, su quanto dice la gente circa la sua identità, descritta mediante l’immagine del “Figlio dell’uomo”; la professione di fede di Simone, al quale Gesù cambia il nome, indicando una sua nuova identità rispetto agli altri apostoli; la rivelazione della “sorte” di sofferenza e di morte, ma anche di risurrezione che attende Gesù a Gerusalemme; il comando categorico di pensare secondo Dio, mai secondo gli uomini. Se Geremia annunciava una stagione in cui tutti “conosceranno il Signore”, ora è il momento d’interrogarsi in prima persona sul “se” lo conosciamo veramente, senza lasciarci deviare dal Maligno. Gesù provoca i “tu” che gli sono di fronte: ognuno è chiamato a esporsi in prima persona. Anche a me viene dunque chiesto: tu, chi dici che io sia? La risposta esatta non viene da noi, ma dal Padre che è nei cieli, dal quale dobbiamo implorarla. Ma dove sta il “primato” di Pietro nel rispondere? Egli riceve un nome nuovo – “la roccia” – anche se, per ora, sembra più un auspicio che una definizione, per uno che viene apostrofato come “Satana”. Certo, s’interpreta bene quando lo si considera il primo per esser diventato colui a cui viene affidato “il potere delle chiavi”. Eppure, a ben vedere, egli è davvero il primo perché ha accolto la rivelazione sulla vera identità di Gesù. Siamo disponibili a confessare che il Figlio del Dio vivente subirà momenti di sofferenza, di tragedia e di morte? Ricordiamo che il vero epilogo è la risurrezione, non la morte? Dobbiamo maturare un altro “punto di vista”, che il Pietro del racconto non ha ancora raggiunto. Questo vuol dire pensare “secondo Dio”, non secondo gli uomini.

Preghiera

Signore, fin dal Battesimo, ti ho confessato “Cristo, Figlio del Dio vivente”; e così ho parlato “secondo Dio”. Ma tante volte mi lascio prendere da modi di pensare troppo umani e perdo di vista l’essenziale, cioè te. Ti chiedo perdono e mi propongo di cambiare.

Agire

Prima di parlare, di agire, di scegliere, mi chiederò: quanto sto per dire, o decidere, o fare, è secondo il punto di vista di Dio, l’unico che conta? 

Meditazione del giorno a cura dimonsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione