Ad Arpino le fotosculture della Divina Commedia di Domenico Mastroianni

Conservate dalla Fondazione Umberto Mastroianni

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Arpino (provincia di Frosinone), e qui sono raccolte oltre alle opere donate dal Maestro (ricorrente il tema della Resistenza), anche i lavori di altri esponenti di una famiglia che ha fatto delle arti visive una rappresentazione del mondo. Ci riferiamo alle scultografie di Domenico Mastroianni, alle illustrazioni ironiche di Alberto Mastroianni, al cinema di Marcello e Ruggero ed alla realizzazione di costumi teatrali e cinematografici di Barbara, nonché ai ceramisti Felice ed Emilio con la collezione di statuette del presepe.

Sul sito www.fondazionemastroianni.it si trova tutto ciò e molto altro, come ad esempio un primo elenco delle opere che compongono la Biblioteca della Fondazione, ancora in corso di catalogazione.

Dedichiamo queste righe ancora una volta al legame della città di Arpino con l’opera di Dante, dopo che l’anno scorso nel palazzo Boncompagni si era svolta la mostra sul paesaggio italiano nella Divina Commedia (1).

Domenico Mastroianni è nato nella città della Ciociaria nel 1876 (muore a Roma all’età di ottantasei anni) e nei viaggi in Europa ha avuto modo di affinare la sua sensibilità artistica prendendo a riferimento anche artisti come  Rodin e Mucha.

Una parte delle 42 cartoline con illustrazioni tratte dalla Divina Commedia (18 per l’Inferno, 14 del Purgatorio e 10 per il Paradiso) sono esposte nel museo attraverso delle riproduzioni ingrandite.  Come scrive Lisa Della Volpe (2): “Le cartoline non sono immagini realizzate esclusivamente attraverso i mezzi della scultura: si tratta infatti di fotosculture (o scultografie), una originalissima forma di produzione artistica, in cui coesistono il gusto dell’art nuveau e la fotografia. Le cartoline sono rilievi in plastilina o argilla; sono la trasposizione in plastica delle linee e degli effetti cromatici ottenuti da Dorè mediante la tecnica dell’incisione”.

Ed è proprio nell’individuazione degli elementi di similarità (come le citazioni) e di differenziazione (Mastroianni affronta il tema dell’incredulità e dello stupore) con le incisioni dell’artista francese Gustave Dorè che si ritrova il nucleo centrale dell’opera di Domenico Mastroianni.

C’è da rilevare che l’entroterra laziale ha visto, a distanza di pochi mesi, l’inaugurazione di due poli museali dedicati a due artisti che hanno legato in maniera importante la loro opera allo studio dei canti della Divina Commedia. Ci riferiamo anche a Lorenzo Ferri ed al museo di Cave (3).

Come valorizzare sempre di più questi luoghi d’arte lambiti dai grandi flussi turistici è una scommessa che fanno le amministrazioni pubbliche e le direzioni dei musei, ed il nome di Dante certamente può essere elemento catalizzante. Non il solo ma in vista del settimo centenario della morte del Poeta, può essere un elemento sul quale fare impresa culturale.

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NOTE

1) Per approfondimenti è consultabile la riflessione pubblicata sull’edizione di ZENIT del 26 agosto 2013.

2) Direttore artistico della Fondazione. La citazione si trova nella brochure di presentazione della mostra che si è tenuta a Frosinone tra gennaio e febbraio 2014.

3) Per approfondimenti è consultabile la riflessione pubblicata sull’edizione di ZENIT del 5 dicembre 2013.

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Antonio D'Angiò

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