Fecondazione eterologa: il Ministero chiede chiarezza

Partono i controlli dei Nas nelle cliniche dove sono stati annunciati questi interventi. Ad aprile la Corte costituzionale ne ha fatto cadere il divieto

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La fecondazione eterologa in Italia è di nuovo una realtà. Dopo la sentenza della Corte costituzionale dell’aprile scorso nella quale è stato cancellato il divieto di fecondazione eterologa sancito dalla legge 40, si registrano almeno tre casi di donne a Roma in attesa di un figlio con l’aiuto di una donatrice. Notizia di un quarto caso giunge da Milano, dove tuttavia sono al lavoro i Nas per verificare l’esistenza dell’intervento prima ancora che la sua liceità.

I tre casi in questione hanno aperto un dibattito: questo tipo di fecondazione è lecita o bisogna attendere una normativa mirata da parte del Ministero della Salute? Al dubbio ha risposto direttamente la ministra Beatrice Lorenzin, con un’indicazione precisa: “I centri italiani non possono ancora partire con la fecondazione eterologa perché privi dell’autorizzazione regionale alla nuova attività. Bisogna aspettare un decreto legge che arriverà tra fine agosto e settembre”.

Le parole della Lorenzin hanno fatto scaturire i controlli dei Nas, che per ora stanno indagando nella clinica milanese dove c’è un caso incerto, dopo di che inizieranno ad operare anche a Roma. Su richiesta del Ministero della Salute intendono verificare se esistono le autorizzazioni necessarie, evenienza remota, se sono stati eseguiti test di selezione dei donatori e se ai genitori è stata garantita una “ineccepibile” qualità dell’intervento.

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ZENIT Staff

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