“Da ben otto anni porto un peso bruttissimo dentro di me. Quando ero piccola i miei sono venuti in Italia, lasciandomi con mio fratello maggiore … Avevo un cugino dell’età di mio fratello… 26 anni… lui faceva delle cose con me che io non capivo cosa fossero, ma mi diceva di stare zitta e io cosi facevo. Ma con il tempo, la paura di restare da sola con lui cresceva e io cercavo di scordare tutto… quando mi dicevano di rimanere con lui, io mi rifiutavo inventandomi le scuse più assurde.
Questa cosa durò due o tre anni, finché mia madre tornò definitivamente e lui se ne andò. Non ho mai avuto il coraggio di dire a nessuno quello che succedeva quando andavamo a dormire e rimanevo da sola con lui, ma ora come ora troppe cose stanno venendo a galla e io non so cosa fare prof.
Non ce la faccio neanche ad aprirmi con la psicologa da cui mi ha portato il mio ragazzo; mi sento mancare l’aria solo al pensiero di parlarne con qualcuno. Mi blocco.
Mi metto a pensare che dovrei parlarne con i miei ma poi io starei male se loro si dovessero sentire in colpa. Mi preoccupo per mio fratello e a cosa lui proverebbe, se venisse a saperlo.
Tutto questo mi mette dentro paura; tanta paura! Paura a parlarne, paura di ciò che potrebbe succedere…paura”.
***
Carissima Cecile, quando, in chat, mi hai raccontato la tua storia, non potevo crederci. Ogni volta che entravo nella tua classe, vedevo il tuo viso dolce, il tuo modo di fare sereno e tranquillo, la tua pacata riservatezza… e mai avrei immaginato!
Non aver paura della paura che provi: è normale. Non è normale ciò che ti è stato fatto!
Non sentirti “strana” perché non riesci ad aprirti con una psicologa: è normale. Prima o poi troverai un’analista brava (ed io cercherò di aiutarti in questo senso) che riuscirà a farti coccolare e proteggere la Cecile piccolina ed indifesa che è ancora in te.
Non sentirti cattiva se sei arrabbiata con gli adulti che avrebbero dovuto difenderti: è normale e ne hai tutto il diritto. Poi dovrai trovare un modo per non diventare prigioniera della rabbia, perché tu sei nata libera e libera dovrai tornare!
Non sentirti in colpa per quel che è successo, pensando che avresti potuto urlare un po’ più forte o difenderti meglio: tu eri piccola, lui era grande. Punto e basta. Ad ognuno le sue responsabilità.
Non sentirti impotente come se, oramai, il danno è fatto e la zampata dell’orco ha danneggiato irrimediabilmente il tuo cuore. La vita ti ha messo accanto un ragazzo bravo ed innamorato di te: qualsiasi psicologa sarà superata dall’amore che solo lui potrà darti, per rinascere.
Non caricarti di pesi che dovrebbero portare altri: per esempio dispiacerti o preoccuparti eccessivamente per eventuali reazioni della tua famiglia e di tuo fratello. Hai già il tuo bel fardello da portare ed i sensi di colpa non devono aggiungersi sulle tue giovanissime spalle.
Molte “vittime” sono indotte a dare la colpa a se stesse per ciò che è successo di brutto nella loro vita. I bambini si sentono in colpa per aver fatto arrabbiare il papà manesco…le donne si sentono in colpa per aver fatto innervosire il marito violento…gli ebrei si sentivano in colpa per essere sopravissuti ai campo di concentramento…
Togli questa confusione dal tuo giovane cuore!
Togli anche la vergogna e la tristezza dalla tua anima piagata: le ferite possono cicatrizzarsi, rendendo ancora più forte e spessa, la tua pelle.
Forse un domani, la tua forza potrà aiutare qualche altra bambina; che ne sai?
Ogni bambino che nasce è una creatura di Dio, affidata ad altre creature di Dio, oramai adulte e pronte per proteggere “i piccoli”.
E su ogni “piccolo” Dio ha messo un suggello prezioso: “Attenzione: trattare con rispetto!”.
Trasformare in paura, la fiducia di una bimba piccola, è gravissimo!
Rubare l’innocenza, cambiando la vita di un bambino in un incubo, non rimarrà senza conseguenze.
Nessuno si illuda: non si può spezzare le ali di una creatura, senza prendersi le responsabilità di quel volo mancato.
Carissima Cecile, sappi che “Colui che protegge Israele non sonnecchierà né dormirà” (Salmo 121:4).
E sono tante le persone che (sulla stessa lunghezza d’onda di Colui che ama proteggere la vita dei “piccoli”) non sonnecchiano e non dormono, di fronte al dolore innocente.
Per esempio, in questi ultimi anni sono nate delle Associazioni che desiderano far volare di nuovo le creature a cui le ali sono state spezzate.
Non sonnecchia neanche il tuo ragazzo che, pian piano, ti sta aiutando a parlare del tuo passato, per farti sentire sicura delle sue presenti carezze.
Pian piano il passato ritornerà ad essere passato e il presente ti avvolgerà, facendoti rinascere.
La tua paura degli uomini sarà sconfitta con gli abbracci del tuo ragazzo, ed una brava psicologa ti ridonerà la capacità di coccolarti, difenderti ed amarti.
Non sei da sola!
Lassù, Qualcuno, non sonnecchia, ma ti ama e ti fa amare da altri!
Per finire, voglio farti conoscere una ragazza come te che, da piccola, ha subìto il tuo stesso dolore (solo elevato ad una potenza indicibile): Giuseppina Bakhita.
Leggi la sua storia, parlale, chiedile di proteggerti e di aiutarti a fare le scelte giuste: chi, più di lei, potrà capirti?
Facciamo parte di una grande squadra e chi è già in Cielo, è raggiante quando può darci una mano, per farci essere felici!
La storia di Bakhita è tragica e fantastica insieme, perché parla di rinascita e tu (mi raccomando) fattela amica!