Sembra solo peggiorare la situazione a Mosul, la cittadina irachena assaltato, lo scorso 9 giugno, dagli insorti sunniti guidati dai miliziani jihadisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil). Il 90% della popolazione civile è fuggita e la città si svuota dei pochi rimasti a causa delle incursioni aeree.
L’interruzione dell’elettricità e delle forniture idriche inizia poi a creare situazioni di emergenza umanitaria tra la popolazione, anche a causa del caldo torrido che sta interessando la regione. Intanto i miliziani continuano a controllare i quartieri e si registrano incursioni di gruppi armati anche nelle chiese.
A raccontare il dramma che il paese vive in queste ore è l’arcivescovo caldeo di Mosul, mons. Amen Shamon Nona, che all’agenzia Fides dichiara: “Da qualche giorno l’aviazione militare irachena ha iniziato a bombardare Mosul, e i raid aerei stanno crescendo ogni giorno d’intensità. Ieri le strade che attraversano la Piana di Ninive erano piene di convogli di auto con le famiglie musulmane in fuga da Mosul verso Erbil e il Kurdistan iracheno”.
Tra ieri e l’altro ieri – prosegue il presule – “gruppi armati hanno fatto incursione nella chiesa siro-ortodossa di Sant’Efrem e in quella siro-cattolica intitolata a San Paolo. I blitz sono durati poche decine di minuti, e ci viene confermato che dalla chiesa siro-ortodossa è stata asportata la croce presso l’altare”.
Riguardo al destino delle due suore e dei tre orfani sequestrati a Mosul lo scorso 28 giugno, Fides informa che finora non hanno avuto esito positivo le iniziative per ottenere la loro liberazione subito tentate dalle autorità ecclesiastiche locali attraverso canali riservati di mediazione.