Chi voglia approfondire la figura di Sant’Ildegarda di Bingen potrà assistere, da domani fino al prossimo 20 aprile, a uno spettacolo che andrà in scena a Roma, al Teatro Due (Vicolo dei Due Macelli, 37), dal titolo “Ildegarda. La Sibilla renana” e prodotto da Tsi – la fabbrica dell’attore. La badessa benedettina del 1100 sarà raccontata dall’attrice Cristina Borgogni, insieme a Paolo Lorimer, con musiche a cura di Dario Arcidiacono.
Per la prima volta arriva in teatro la straordinaria figura di questa santa, che è famosa inoltre in quanto profetessa, musicista, nutrizionista ante litteram, scrittrice e scienziata. L’intento di Cristina Borgogni è far conoscere, non solo il personaggio pubblico a cui si rivolgevano papi e imperatori, ma anche i suoi lati più intimi, quelle delicatezze e quei dolori con cui si doveva confrontare quotidianamente. Personaggio complesso, eclettico, è paragonabile ad un Leonardo Da Vinci per genialità.
“La sua voce potente, piena di forza ed equilibrio, come una scia luminosa giunge fino a noi, quasi a volerci aiutarci ad affrontare lo smarrimento della nostra epoca”, si legge in una nota diffusa dall’ufficio stampa. Lo spettacolo vuole diffondere il messaggio di Ildegarda, che nel 2012 è stata dichiarata dottore della Chiesa da papa Benedetto XVI, attraverso un lavoro sulla sua musica, sulle parole da lei create in una lingua sconosciuta, attraverso un viaggio nella sua vita. In un crescendo di emozioni, lo spettatore, entrerà in un mondo di forza e di vitalità spirituale, che lei raccoglieva nel termine “Viridità”, una parola che Ildegarda di Bingen amava molto, e che indica la forza luminosa che c’è in ogni essere vivente e che porta, se bene usata, alla felicità.
“Ildegarda – spiega Cristina Borgogni, che sulle scene è accompagnata dall’attore Paolo Lorimer – è entrata nel mio cuore e nella mia mente, anni fa. Ho iniziato una meravigliosa avventura per conoscerla, attraverso le biografie e i tanti libri da lei scritti e sono rimasta affascinata dal suo modo di essere donna, dalla sua forza, dal suo anticonformismo e la sua fragilità, così meravigliosamente fuse insieme. Il nostro spettacolo ricerca la sua carezza, che ci può arrivare, forse, come una piuma portata dal vento attraverso le sue parole, che arrivano dritte al cuore e si esce cambiati”.