Un evento “spirituale” per far respirare al mondo il profumo di santità di due Pontefici che hanno fatto la storia. La Santa Sede presenta così la canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II del prossimo 27 aprile. Quindi, senza troppi fronzoli e festicciole, la Chiesa di Roma si prepara a questo evento principalmente con la preghiera.
A comunicarlo è il cardinale vicario Agostino Vallini, che, nella conferenza in Sala Stampa vaticana di stamane, ha presentato il cammino di preparazione della diocesi di Roma per la doppia canonizzazione. Un cammino che, al contrario della beatificazione di Wotyla di tre anni fa, sarà scandito da pochi eventi, appunto “per non perdere di vista il nucleo principale” di questa “festa della santità”, che è “comunicare un messaggio di fede”. Ovvero “l’intensa fede” che ha caratterizzato il pontificato e la vita dei due Vescovi di Roma.
In particolare, ha informato il porporato, ciò che si vuole mettere in luce è il rapporto di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II con la Chiesa di Roma: “un rapporto molto stretto – ha evidenziato – a cominciare dallo stile con il quale hanno esercitato il loro ministero; uno stile di vicinanza, accoglienza, premura verso le persone, verso l’uomo in quanto tale”.
Non ci sarà quindi un grande raduno al Circo Massimo la sera prima della cerimonia – sabato 26 aprile – ma una veglia in ogni chiesa di Roma, dove i fedeli e i pellegrini potranno confessarsi e raccogliersi in preghiera. “Una notte bianca” di spiritualità, ha detto don Walter Insero, incaricato dell’Ufficio Comunicazioni Sociali del Vicariato, o meglio “una notte della misericordia in cui ci si prepara a sperimentare la tenerezza del perdono di Dio”. Durante la veglia, l’animazione liturgica sarà affidata a rappresentanti delle diverse lingue e saranno letti e approfonditi brani biblici e testi tratti dagli scritti dei due Santi.
Inoltre, ha riferito don Insero, martedì 22 aprile, a San Giovanni in Laterano, si terrà un grande incontro per i giovani, soprattutto romani, presieduto dal cardinale Vallini. Ospiti d’eccezione saranno i due postulatori: mons. Slawomir Oder e padre Giovangiuseppe Califano, ofm. Seguirà poi una catechesi di don Fabio Rosini e l’intervento del cardinale vicario.
Tra le poche iniziative della Diocesi di Roma, a farla da protagonista è soprattutto il piano della comunicazione. Già attivo il portale www.2papiszanti.org in diverse lingue, insieme all’account twitter @2popesaints. Grande spazio all’evento, poi, sui diversi social media: Facebook, Instagram, Spotify e YouTube. Nei prossimi giorni, inoltre, si potrà scaricare l’applicazione “Santo Subito” dedicata a Wojtyla, per sistemi IoS e Android.
Meno tecnologica e più concreta, invece, la diocesi di Bergamo, rappresentata in Sala Stampa da mons. Giulio Dellavite. Il sacerdote ha rimarcato che è anche volontà della “chiesa madre” di Roncalli rendere la santificazione “del proprio figlio” una esperienza spirituale. Non sarà però la preghiera ‘il cavallo di battaglia’ del cammino di preparazione della diocesi, bensì la carità.
Richiamandosi alla storica “carezza” del Papa buono al popolo di Dio durante il “Discorso alla luna”, la chiesa di Bergamo si priverà quindi di alcuni suoi beni. Saranno realizzate iniziative caritative ad Haiti, in Albania e nella stessa città, come ristrutturazioni di scuole, chiese, caserme e centri pastorali. E 900 sacerdoti doneranno, il Giovedì Santo, uno stipendio per un Fondo Famiglia Lavoro rivolto alle vittime della crisi.
“Si apre un nuovo fondo di circa 3 milioni di euro – ha confermato Dellavite – vendendo immobili della diocesi per famiglie che non riescono a pagare l’affitto. Non si risolveranno i problemi, ma si vuole dare un segno concreto per la Quaresima, come indicato da Papa Francesco”. La fede si fa insomma opera di carità.
Infine, ha preso la parola padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, che ha comunicato i dettagli più logistici dell’evento del 27 aprile. Innanzitutto, ha precisato il portavoce, dal Vaticano non ci sono previsioni sui numeri dei fedeli partecipanti: “Tutti sono invitati a partecipare, e non siamo pronti ad accoglierli per bene…”. La cerimonia si terrà in piazza San Pietro, alle 10; maxi schermi saranno allestiti nell’antistante piazza Pio XII e in tutta via della Conciliazione, fino al Tevere.
Niente previsioni e di conseguenza niente biglietti: “Chi arriva arriva – ha detto Lombardi – assiste, partecipa, ma non si prevedono biglietti. Non chiedeteli alla Prefettura, perché non ci saranno”. La celebrazione, ha aggiunto poi il portavoce vaticano, sarà preparata dalla recita cantata della coroncina della Divina Misericordia, con la lettura di testi dei due Papi. Verranno utilizzati gli arazzi delle Beatificazioni, e anche il reliquario di Giovanni Paolo II sarà lo stesso di tre anni fa. Per Giovanni XXIII, invece, verrà realizzato uno gemello.
Inoltre, ha informato il gesuita, saranno circa mille i concelebranti, tra vescovi e cardinali, e almeno 700 i sacerdoti che amministreranno la Comunione in piazza. Presenti alla cerimonia anche le due miracolate da Wojtyla: Suor Marie Simon Pierre Normand e la costaricana Florybeth Mora Díaz. Dopo la Messa si potranno venerare poi le tombe dei due nuovi Santi. E sempre in piazza San Pietro, lunedì 28 aprile, sarà celebrata una Messa di ringraziamento per le canonizzazioni presieduta dal cardinale Angelo Comastri.
In mezzo a questa giostra di fedeli, pellegrini, preti, vescovi e porporati, qualcuno ha ironicamente domandato: “Quanti Papi ci saranno?”. “Naturalmente il Papa regnante”, ha risposto padre Lombardi; sul Papa emerito Benedetto XVI “è chiaro che c’è una certa attesa”, ma ancora non si può dare conferma della sua presenza. “Manca ancora un mese – ha il direttore della Sala Stampa – e bisogna vedere se lui si sente di essere presente in una circostanza così impegnativa”.