"Nella sofferenza nessuno è mai solo. Dio abbraccia anche le situazioni più disumane"

Il Papa incontra il Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari e incoraggia a proseguire il loro servizio verso chi, nella malattia e nel dolore, riflette la “carne di Cristo”

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Prima un sentito ringraziamento per l’impegno “verso tanti fratelli e sorelle che portano il peso della malattia, della disabilità, di un’anzianità difficile”. Poi l’incoraggiamento a curare con amore e difendere la dignità di chi soffre, ricordando che non c’è malattia che possa scalfire il valore sacro che Dio ha dato ad ogni vita umana. E che anzi, è proprio nella sofferenza che si rende visibile la “carne di Cristo”.

Il Calvario di Gesù ha dato, infatti, un senso nuovo alla sofferenza umana, e nella Sua Passione, “c’è la più grande scuola per chiunque voglia dedicarsi al servizio dei fratelli malati e sofferenti”, afferma il Papa. “Nella sofferenza nessuno è mai solo”, prosegue, “perché Dio nel suo amore misericordioso per l’uomo e per il mondo abbraccia anche le situazioni più disumane, nelle quali l’immagine del Creatore presente in ogni persona appare offuscata o sfigurata”.

“Così è stato per Gesù nella sua Passione – ribadisce il Santo Padre – In Lui ogni dolore umano, ogni angoscia, ogni patimento è stato assunto per amore, per la pura volontà di esserci vicino, di essere con noi”.

Francesco ricorda poi la Salvifici doloris di Giovanni Paolo II, in particolare il punto 30 che anima il lavoro del Dicastero di questi giorni: «Fare del bene con la sofferenza e fare del bene a chi soffre». Parole, queste, che il Beato Pontefice polacco ha vissuto e testimoniato “in maniera esemplare”: “Il suo è stato un magistero vivente –  sottolinea Bergoglio – che il Popolo di Dio ha ricambiato con tanto affetto e tanta venerazione, riconoscendo che Dio era con lui”.

È proprio dalla “esperienza della condivisione fraterna con chi soffre” che si prospetta infatti “la vera bellezza della vita umana”, dice il Papa. Una bellezza che include e non esclude la “fragilità”. “Nella custodia e nella promozione della vita, in qualunque stadio e condizione si trovi”, possiamo riconoscere dunque “la dignità e il valore di ogni singolo essere umano, dal concepimento fino alla morte”, rimarca con vigore il Santo Padre.

E ricorda la Solennità dell’Annunciazione del Signore che celebra domani l’accoglienza della “Vita” da parte della Vergine Maria. La quale – sottolinea il Pontefice – “a nome di tutti e a vantaggio di tutti”, “ha offerto la propria esistenza, ha messo tutta se stessa a disposizione della volontà di Dio, diventando ‘luogo’ della sua presenza, ‘luogo’ in cui dimora il Figlio di Dio”.

A Lei, Salus infirmorum, il Papa affida il servizio di chi opera nella “difesa e promozione della vita” e “nella pastorale della salute”. Invoca, dunque, la sua “materna protezione” su “tutte le persone ammalate e sofferenti con le loro famiglie, come su tutti coloro che se ne prendono cura”. E conclude l’udienza con un monito carico di commozione e di speranza: “Cari amici, nel quotidiano svolgimento del nostro servizio, teniamo sempre presente la carne di Cristo presente nei poveri, nei sofferenti, nei bambini, anche indesiderati, nelle persone con handicap fisici o psichici, negli anziani”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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