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Santa Marta: “Umile è chi ha timore di Dio e cammina nella sua presenza”

Durante l’omelia del mattino, papa Francesco esorta a imitare la virtù dei “piccoli”, che attingono la loro forza unicamente in Dio

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È ai piccoli, non ai dotti o ai sapienti, che è rivelato il Mistero della Salvezza di Dio. A ricordacelo è il Vangelo di oggi (Lc 10,21-24), da cui ha tratto spunto papa Francesco nella sua omelia del mattino alla Casa Santa Marta.
Il Pontefice ha subito individuato il legame del Vangelo odierno con la Prima Lettura (Is 11,1-10), piena di “piccolo dettagli” che vanno nella medesima strada: Isaia, infatti, parla di “un piccolo germoglio” che “spunterà dal tronco di Iesse”, mentre non ci sarà alcun “esercito” che porterà la liberazione.
I “piccoli”, poi, sono i veri protagonisti del Natale: “un bambino, una stalla, una mamma, un papà”, ha spiegato il Santo Padre, sono segni di “cuori grandi ma atteggiamento di piccoli”. È su questo “germoglio” che “si poserà lo Spirito del Signore, lo Spirito Santo, e questo germoglio piccolo avrà quella virtù dei piccoli, e il timore del Signore”.
Il “timore del Signore”, ha puntualizzato quindi il Papa, non è una “paura” nei suoi confronti ma significa obbedire al “comandamento che Dio ha dato al nostro padre Abramo: ‘Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile’”. In altre parole, il “timore del Signore” è sinonimo di “umiltà”, della quale, solo i piccoli possono capirne il “senso”; sono i piccoli che “camminano davanti al Signore” e sentono che Lui “dà loro la forza per andare avanti”.
La vera umiltà, il vero timore del Signore, ha precisato ancora Francesco, non hanno nulla a che vedere l’atteggiamento da “teatro” di chi dice: “Io sono umile ma sono orgoglioso di esserlo”. Chi è veramente umile “cammina alla presenza del Signore, non sparla degli altri, guarda soltanto il servizio, si sente il più piccolo… È lì, la forza”.
È umile anche Maria, che Dio sceglie per “inviare Suo Figlio”, e che, subito dopo, va dalla cugina Elisabetta, e non dice nulla “di quello che era accaduto”. Gli umili sono anche “esultanti nella gioia”, perché “guardati da Lui”.
Le grazie da chiedere a Dio, ha sintetizzato infine il Pontefice, sono quindi quelle dell’“umiltà”, del “timore di Dio” e del “camminare nella sua presenza cercando di essere irreprensibili”. Grazie a questa umiltà “possiamo essere vigilanti nella preghiera, operosi nella carità fraterna ed esultanti di gioia nella lode”, ha poi concluso, richiamandosi all’omelia di ieri.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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