"Papa Francesco è un sacerdote autentico che prega molto e sa ascoltare"

In occasione di un convegno alla Pontificia Università della Santa Croce sul futuro beato Ãlvaro del Portillo, il prelato dell’Opus Dei, monsignor Javier Echevarrí­a rende omaggio al Santo Padre

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Monsignor Álvaro del Portillo fu un “sacerdote zelante che seppe coniugare una intensa vita spirituale fondata sulla fedele adesione alla roccia che è Cristo”.

Si apre con queste parole il telegramma che Papa Francesco ha inviato all’Università della Santa Croce in occasione del Convegno organizzato per ricordare il centenario della nascita di monsignor Álvaro del Portillo, suo primo Gran Cancelliere, che sarà beatificato il prossimo 27 settembre.

Risaltando il “generoso impegno apostolico che lo rese pellegrino nei cinque continenti, seguendo le orme di San Josemaría e meritevole della biblica frase “L’uomo leale sarà colmo di benedizioni”, Papa Francesco ha messo davanti ai 350 partecipanti l’esempio di Del Portillo.

Ha esortato concretamente a “imitarne la vita umile, allegra, nascosta e silenziosa, ma anche decisa nel testimoniare la perenne novità del vangelo, annunciando l’universale chiamata alla santità e la collaborazione, con il quotidiano lavoro, alla salvezza dell’umanità”.

Il convegno si è aperto con l’intervento di monsignor Javier Echevarría, Gran Cancelliere dell’Università e attuale Prelato dell’Opus Dei, che ha ricordato come l’evento coincida con gli esercizi spirituali di Papa Francesco e con il primo anniversario della sua elezione alla sede di Pietro. A tale riguardo, ha ringraziato il Santo Padre “per il dinamismo apostolico che sta diffondendo e per il suo interesse di stare vicino a ciascuno in particolare”.

La spinta apostolica del Papa, ha aggiunto, “è un incentivo a far sí che tutti i cristiani si adoperino per portare l’amore e la misericordia di Gesù fino all’ultimo angolo del mondo”. Non a caso, “molti hanno riconosciuto in Papa Francesco il sacerdote autentico che prega molto e che sa ascoltare chi incontra”. Tutto ciò “è motivo di grande gioia filiale e di un profondo ringraziamento a Dio”.

Nel suo discorso inaugurale, monsignor Echevarría ha tratteggiato la figura e il percorso esistenziale di monsignor Álvaro del Portillo – con il quale ha vissuto per oltre quarant’anni -, a partire dalla sua fedeltà “a Dio, alla Chiesa, al Romano pontefice, a San Josemaría e allo spirito dell’Opus Dei”, che “si è temprata giorno dopo giorno, sin dall’infanzia e dall’adolescenza”.

Tanti gli aneddoti sul vissuto spirituale di questo Servo di Dio raccontati, a cominciare dall’incontro avuto con san Josemaría e del contributo che diede al processo di sviluppo dell’Opus Dei: “la fedeltà di don Álvaro si dimostrò specialmente nel modo in cui portò a termine l’itinerario giuridico dell’Opera con la sua erezione come Prelatura Personale nel 1982. La forma giuridica definitiva assicurava, così, che il carisma ricevuto da san Josemaría Escrivá il 2 ottobre 1928 non si snaturasse e venisse rafforzata l’unità di spirito, di regime e di giurisdizione di questa porzione del popolo di Dio composta da comuni cristiani, laici e sacerdoti”.

Risaltando poi la fedeltà del prossimo beato alla Chiesa e al Romano Pontefice, Mons. Echevarría ha affermato: “Non ho dubbi che la biografia spirituale di don Álvaro, costituisca un esempio che tutti noi posiamo imitare”. Infatti, “la nostra massima aspirazione in quanto cristiani è servire la Chiesa, il Romano Pontefice e tutte le anime, come ci insegna il Vangelo”.

È questa è stata “la linea di condotta di don Álvaro che lottò con pace e gioia, con costanza, per mettere in pratica lo spirito che gli aveva trasmesso san Josemaría”.

Il Convegno è stato anticipato, in mattinata, dall’inaugurazione di una esposizione fotografica allestita nei locali dell’Università, che Harambee International (il progetto legato agli insegnamenti di San Josemaría) ha realizzato per promuovere la raccolta fondi a favore di quattro iniziative sociali per il 2014.

Si tratta della creazione di un reparto materno-infantile presso il “Niger Hospital and Diagnostic Centre” (Nigeria), lo sradicamento della malnutrizione nell’area di Bingerville (Costa d’Avorio), il rafforzamento di tre dispensari nell’area periferica di Kinshasa e borse di studio per sacerdoti africani che frequentano l’Università della Santa Croce.

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ZENIT Staff

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