In natura si passa dal fuoco alla cenere, ma nella liturgia è dalla cenere d’inizio Quaresima che si passa al fuoco della Veglia pasquale! Questa consapevolezza fa rileggere con speranza quanto Romano Guardini scrisse ne I santi segni a proposito della cenere quaresimale.
***
Al margine del bosco sorge un ranuncolo, un fior cappuccio. Netto il contorno delle foglie d’un verde scuro. Finemente pieghevole eppur vigoroso l’agile stelo. I fiori, come tagliati in spessa seta e d’un azzurro così luminoso di turchese, che tutta l’aria all’intorno ne riverbera. E ora che uno capiti lì, strappi il fiore e in seguito se ne infastidisca e lo getti nel fuoco… pochi istanti e tutta quella fulgida pompa si riduce a un pizzico di grigia cenere.
Quello però che il fuoco ha fatto qui in brevi istanti, la fa di continuo il tempo e ciò che è vivente: alla felce leggiadra, all’alto verbasco, alla quercia possente. Lo fa alla leggera farfalla come alla rondine veloce. All’agile scoiattolo e al grave toro. È sempre lo stesso destino, sia che si compia rapido oppur lento; può essere ferita oppure una malattia, il fuoco o la fame o qualcosa d’altro: a un certo momento tutto quel fiorire di vita si riduce a cenere. La vigorosa figura si risolve in un mucchietto di polvere. I colori luminosi si spengono in una farina grigiastra. La vita, tutta fervore e sentimento, si riduce a terra e morta; a meno che terra: a cenere! Così succede anche di noi. Come rabbrividiamo, quando si figge lo sguardo in una tomba aperta e vi si vedono accanto ad alcune ossa pochi pugni di grigia cenere!
Pensaci, uomo;
Sei polvere,
Ed in polvere ritornerai!
Caducità: ecco cosa significa la cenere. La nostra caducità, non quella degli altri. La nostra; la mia! Essa mi parla del mio trapassare, quando il sacerdote al principio della quaresima, come la cenere dei rami un dì freschi e verdi della trascorsa domenica delle palme, mi disegna sulla fronte una croce:
Memento homo
Quia pulvis es,
Et in pulverem reverteris!
Tutto diventa cenere. La mia casa, il mio abito, i miei arredi, il mio denaro; campi, prati, boschi. Il cane che mi accompagna, e il bestiame ch’è nella stalla. La mano con cui scrivo, l’occhio che legge, l’intero mio corpo. Le persone che ho amate; le persone che ho odiate; le persone che ho temute. Quello che mi è apparso grande sulla terra, quello che m’è sembrato piccolo, quello che stimai pregevole: tutto cenere, tutto…
Da: Romano Guardini, Lo spirito della liturgia. I santi segni, Brescia 1996, p. 163-164
Quaresima, tempo favorevole anche per rettificare la propria coscienza sempre in compagnia di Romano Guardini: cfr. http://www.cristianocattolico.it/rassegna-stampa-cattolica/formazione-e-catechesi/romano-guardini-e-la-coscienza.html