Il discepolo come il Maestro

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio / Santo Stefano, Primo Martire

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Lettura

Inizia con questo giorno il tempo liturgico del Natale. La liturgia vuole che oggi contempliamo la nascita al cielo del primo martire cristiano. È il frutto maturo della predicazione dell’amore evangelico, che ha portato il Figlio a lasciare il cielo per venire sulla terra. A partire da oggi, attraverso la memoria di vari testimoni, la Chiesa ci mostra qual è lo scopo dell’incarnazione del Figlio di Dio. Egli è sceso sulla terra per portare gli uomini nel cielo dell’amore senza fine.

Meditazione

Stefano è il primo dei martiri, il primo agnello che viene sacrificato, a imitazione del Maestro. Condiscepolo di Paolo alla scuola di Gamaliele, Stefano aderì alla predicazione degli apostoli e fu poi scelto tra i sette diaconi per il servizio della carità. Era “pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e miracoli tra il popolo”, narrano gli Atti. Non poteva tacere il Vangelo che aveva ricevuto e che gli aveva cambiato l’esistenza. E non si arrese quando le opposizioni e la violenza iniziarono ad abbattersi su di lui a motivo della sua nuova vita. Ma un vero discepolo di Cristo si vede nella vita e soprattutto nella morte: infatti, nell’ultima battaglia, Stefano pronuncia le stesse parole di perdono del Signore. Ormai egli è un perfetto discepolo che ha fatto sua, la vita e la morte del Maestro. Il brano evangelico fa parte del discorso missionario di Gesù ai Dodici. I discepoli comprendono immediatamente le parole del Maestro: «Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi». Non dovevano però preoccuparsi. Egli sarebbe stato con loro e il suo Spirito li avrebbe sostenuti. Stefano, nell’infuriare dell’odio dei suoi persecutori, sta ritto in piedi, fisso al cielo «pieno di Spirito Santo». L’effusione del suo sangue è la conclusione ultima di una lunga donazione di sé. Non c’è vita cristiana se, a un certo punto non si opera una scelta radicale tra vita e morte, tra i beni della condizione umana e il bene ultimo e sommo, Cristo Signore. È proprio qui il segreto del vero discepolato: quando nella nostra vita accettiamo lo stesso dinamismo della vita di Gesù, come ha fatto Stefano, anche con le nostre apparenti sconfitte e persecuzioni, diamo gloria a Dio e solo allora siamo veramente utili al Signore e alla sua causa. Santo Stefano lascia a noi un prezioso esempio di come ascoltare il Vangelo per seguire Gesù e ci dice che senza “eroicità” non è possibile seguire il Vangelo. Mettendoti al posto di Stefano, hai sofferto qualche volta a causa della tua fedeltà al Vangelo?

Preghiera

Donaci, o Padre, di esprimere con la vita il mistero che celebriamo nel giorno natalizio di santo Stefano primo martire, e insegnaci ad amare anche i nostri nemici sull’esempio di lui che morendo pregò per i suoi persecutori (Orazione colletta).

Agire

Oggi mi impegnerò a testimoniare la mia fede in Cristo senza paura.

Meditazione del giorno a cura di padre Celeste Cerroni, M.S. (Missionari de La Salette), tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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