Fede e politica: un'utopia o un impegno possibile?

Quale civiltà si imporrà nel futuro del pianeta?

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Giovanni Paolo II, nell’Angelus del 13 febbraio 1994, così scrive: “Una domanda interpella profondamente la nostra responsabilità: quale civiltà si imporrà nel futuro del pianeta? Dipende infatti da noi se sarà la civiltà dellamore, come amava chiamarla Paolo VI, oppure la civiltà che più giustamente si dovrebbe chiamare inciviltà” – dell’individualismo, dell’utilitarismo, degli interessi contrapposti, dei nazionalismi esasperati, degli egoismi eretti a sistema”. E conclude: “La Chiesa sente il bisogno di invitare quanti hanno veramente a cuore le sorti dell’uomo e della civiltà a mettere insieme le proprie risorse e il proprio impegno, per la costruzione della Civiltà dell’Amore”.

Alla luce di queste parole, il titolo di questa riflessione con la sua forma interrogativa è volutamente provocatorio. Esso vuole essere un invito a pensare sul ruolo della politica, quale via necessaria per la costruzione della “Civiltà dell’Amore”. Siamo consapevoli che anche per noi cattolici è importante, anzi oserei dire decisivo e urgente, parlare della politica nel suo vero significato, soprattutto in questo contesto storico di forte disaffezione e sfiducia verso la stessa politica, al fine di far emergere cosa significa pensare e agire politicamente.

La politica per sua natura è un servizio, in quanto ha come suo obiettivo proprio il bene comune, quale presupposto essenziale per il pieno sviluppo della persona. Pertanto l’esperienza di fede dei credenti non costituisce un impedimento ad un serio e proficuo impegno politico, ma al contrario un dono prezioso da cui scaturisce quella sapienza e quella forza morale necessarie per vivere responsabilmente ed efficacemente l’esperienza politica.

Illuminanti in merito sono le parole di Benedetto XVI tratte dall’Enciclica “Caritas in Veritate” al n. 79: “Lo sviluppo ha bisogno di cristiani con le braccia alzate verso Dio nel gesto della preghiera, cristiani mossi dalla consapevolezza che l’amore pieno di verità, caritas in veritate, da cui procede l’autentico sviluppo, non è da noi prodotto ma ci viene donato. Perciò anche nei momenti più difficili e complessi, oltre a reagire con consapevolezza, dobbiamo soprattutto riferirci al suo amore. Lo sviluppo implica attenzione alla vita spirituale, seria considerazione delle esperienze di fiducia in Dio, di fraternità spirituale in Cristo, di affidamento alla Provvidenza e alla Misericordia divine, di amore e di perdono, di rinuncia a se stessi, di accoglienza del prossimo, di giustizia e di pace. Tutto ciò è indispensabile per trasformare i « cuori di pietra » in « cuori di carne » (Ez 36,26), così da rendere « divina » e perciò più degna dell’uomo la vita sulla terra.

Una testimonianza concreta e luminosa di questa impegno ci è stata donata da Alcide De Gasperi, considerato il maggior statista del secolo scorso in Italia, uomo di grande fede, senso morale e rettitudine che, in riferimento al suo impegno politico, diceva: “Sto in ginocchio davanti a Dio per stare in piedi davanti agli uomini”. Egli viveva così l’impegno politico, in quanto era pienamente consapevole del vero valore della politica e della necessità di un coinvolgimento dei cattolici in essa. Credo allora opportuno citare alcuni pensieri del magistero della Chiesa e di autorevoli esponenti del laicato cattolico che chiaramente ci dicono cos’è la politica:

La politica è una delle forme più alte della carità, cioè dell’amore verso il prossimo” (Paolo VI).

La politica, in quanto forma più compiuta di cultura, non può che trattenere come preoccupazione fondamentale l’uomo” (Mons. Luigi Giussani).

La politica è l’attività religiosa più alta dopo quella dell’unione intima con Dio: perché la politica è la guida dei popoli; è una responsabilità immensa; è un severissimo e durissimo servizio che una persona si assume” (Giorgio La Pira).

La politica che intendo come costruzione della città dell’uomo resta la più alta attività umana: come quella che dovrebbe creare, realizzare quel bene comune, quale condizione per il massimo sviluppo possibile di ogni persona; questa è la politica in se stessa.” (Giuseppe Lazzati).

Affidiamo allora alla Vergine Maria l’impegno di tutti i politici ed in particolare di quelli che si professano cristiani, perché la loro fede li apra all’amore di Dio che è “la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera.” (Caritas in Veritate n. 1).

*

Atto di affidamento dei politici alla Vergine di Loreto

Madre Santa, le mura della tua casa sono state testimoni
del più decisivo e straordinario evento della storia:
Dio si è fatto uomo … uno di noi.

Questo evento ha reso la tua casa
la casa di tutti, la casa di ogni uomo, una casa comune:
spazio nel quale ogni persona può sentire il calore
dell’accoglienza attenta.

Le pareti della tua casa sono allora come un abbraccio,
con il quale Dio accoglie ogni uomo
e si prende cura di ogni particolare della sua vita.

Illuminati da così grande e meraviglioso mistero,
dalla tua casa o Madre nostra
ti affidiamo tutti i politici,
affinché il loro impegno sia come un abbraccio
con il quale si prendono cura di ogni uomo,
di ogni aspetto della sua vita,
in particolare dei più deboli e poveri.

Te li affidiamo, o Vergine Santa,
perché sappiano camminare sulle strade dell’attività politica
con il coraggio e la forza della verità.

Madre Santa portali nel cuore di Gesù, tuo Figlio,
perché li benedica, li protegga, li guidi
e li renda traccia concreta dell’Amore di Dio per ogni uomo
sulle strade della storia.

Grazie Maria.

(Articolo tratto da Il Messaggio della Santa Casa, n. 10 – dicembre 2012)

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Stefano Vita

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