Natale: il volto di Dio, il volto dell'uomo

Messaggio per il Natale di monsignor Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste

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Riportiamo di seguito il messaggio dell’arcivescovo di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi, alla Diocesi per il Natale 2012.

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Carissimi fratelli e sorelle,

1. “Il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14): non c’è modo migliore di questa lapidaria frase, contenuta nel Vangelo di Giovanni, per dare piena espressione alla verità del mistero del Dio fatto uomo, del suo natale tra di noi. In Gesù ci viene rivelato il volto di Dio: è un volto vicino e accessibile, presso il quale i piccoli e i poveri trovano un’accoglienza privilegiata. Usando parole mirabili, il grande Sant’Ireneo così esprimeva il senso profondo del Natale di Gesù: “Dio s’è fatto uomo per abituare l’uomo a ricevere Dio e per abituare Dio ad abitare nell’uomo”. Per noi cristiani, celebrare il Natale significa precisamente lasciarsi abitare da Gesù Cristo. Lasciandoci abitare da Gesù Cristo si realizzano in noi le parole dell’Apostolo Giovanni: “A quanti lo hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12). Lasciandoci abitare da Gesù Cristo, daremo piena attuazione alle esigenze che il Santo Padre Benedetto XVI ci ha proposto con l’indizione di uno speciale Anno della fede, esigenze che corrispondono ai propositi migliori del nostro V Sinodo diocesano, il Sinodo della fede.

2. Il Natale sollecita pertanto una convita ripresa della nostra fede nel Signore. Anche soffermandoci fugacemente a guardare un presepio, capiremo che il cristianesimo non è un qualcosa di astratto, ma è una religione che riconosce in un volto umano concreto, quello di Gesù Bambino, il volto stesso di Dio e che intende operare la trasfigurazione di ogni volto umano perché diventi simile al volto di Cristo. Il volto di Gesù, che si mostra a Natale, è un volto filiale nei confronti di Dio, è un volto fraterno nei confronti degli altri, è un volto responsabile nei confronti del mondo. Diventare cristiani è un processo continuo a fare nostro il volto del Signore Gesù, coltivando una fiducia radicale in Dio, amando il prossimo come noi stessi, diventando responsabili dell’ambiente materiale in cui viviamo senza deificare la natura, ma anche senza rifiutare l’azione di trasformazione dell’uomo.

3. Lasciandoci abitare da Gesù, sapremo farci carico, con spirito di carità cristiana, delle famiglie e dei fratelli e delle sorelle che vivono situazioni di emarginazione o di difficoltà per il perdurare di una crisi economico-finanziaria molto seria e grave. Verso di essi va l’impegno solidale della nostra Chiesa diocesana che, con sollecitudine materna, ha invitato la città a riscrivere il patto di cittadinanza, necessario per ricuperare la capacità di progettare il futuro nel segno dello sviluppo e per proteggere la convivenza civile da pericolosi e violenti attacchi. Dialogo, solidarietà civile e coesione istituzionale sono oggi gli elementi indispensabili per dare valore a questo patto di cittadinanza, per promuovere lo sviluppo e per guardare al futuro con fiducia. In particolare, va fortemente sottolineato da parte di tutti che il lavoro è un diritto fondamentale, è un bene di tutti che deve essere disponibile per tutti. Il Natale del Signore è un antidoto a ripiegamenti egoisti; è lo stimolo a fare della nostra esistenza uno slancio coraggioso verso un’umanità più vera. Solo così, di fatto, riusciremo anche a superare le sfide che abbiamo davanti.

A tutti buon Natale, nella grazia del Signore Gesù.

DIOCESI DI TRIESTE

+ Giampaolo Crepaldi

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ZENIT Staff

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