L'Icona di Natale

La finalità non è di presentarci i dettagli di un evento storico, ma di parlarci del mistero della salvezza divina

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di padre Fadi Rahi, C.Ss.R.

ROMA, sabato, 22 dicembre 2012 (ZENIT.org).- Nella vita cristiana ci sono vari modi di pregare: il breviario, i salmi, i sacramenti, il rosario, le devozioni popolari… ma anche c’è la preghiera con le icone. L’icona è un’immagine – di solito bidimensionale – di Cristo, dei Santi, degli Angeli, di importanti eventi biblici, parabole o eventi nella storia della Chiesa. Attraverso l’icona contempliamo l’amore di Dio per l’uomo e preghiamo la sua gloria e suoi misteri.

Nella Chiesa c’è una teologia dell’icona. Nella Chiesa Orientale la principale forma di venerazione dell’icona la troviamo nell’iconostasi (il muro delle icone) dentro delle Chiese dello stile bizantino. Perciò in tutti i tempi dell’anno liturgico, le icone decorano le chiese e aiutano il popolo ad entrare nel mistero salvifico di Dio.

Insieme preghiamo e riflettiamo con l’icona dell’Incarnazione del nostro Dio che si è fatto uomo. Subito ci attira la figura di Maria al centro che indica il bambino Gesù. Come notiamo la presenza la figura di Giuseppe e di magi e degli animali dietro del Bambino Gesù.

Invece il Bambino ci sembra piccolo, ma ha la faccia di un adulto e questo significa che Lui era presente fin da prima della Sua nascita a livello divino. Vediamo che la forma della mangiatoia ha la forma della tomba, e il Bambino è avvolto con il sudario al posto della fascia, come un segno della Sua conoscenza che è nato per uno solo scopo, quello di morire e risorgere per dare la Redenzione al mondo intero.

Così come non possiamo non vedere la figura di Giuseppe che è stata presentata in qualche icona antica con uno sguardo rivolto verso Maria, e in altre icone lo hanno presentato con affianco un vecchio gobbo, che rappresenta il diavolo che prova di vincere Giuseppe, con i cattivi pensieri sulla gravidanza del parto di Maria.

Come troviamo anche i magi con le loro vesti sacerdotali che portano i regali a Gesù Bambino: l’oro di Melchiorre come simbolo della regalità di Gesù, l’incenso di Baldassarre che rappresenta la divinità, e la mirra di Gaspare che annunciava la sofferenza redentrice del figlio di Dio.

La finalità dell’icona non è di presentarci i dettagli di un evento storico, ma di parlarci del mistero della salvezza divina. Perciò l’icona unisce l’evento, cioè un momento storico reale e la teologia della Chiesa.

L’icona è sempre ricca dei simboli e delle spiegazione di un evento, ma nello stesso momento è uno strumento di preghiera che ci aiuta a conoscere e pregare con la vita di Gesù, di Maria e dei santi… imparando da loro la strada della santificazione e dell’amore verso Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.

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ZENIT Staff

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