Non si tratta soltanto di fede. Anche se la fede dovrebbe essere un elemento imprescindibile nella vita di tutti (il termine ‘fede’ inteso non soltanto nella sua più ristretta accezione), dubito che turisti e visitatori di ogni religione e credo in visita nella città eterna abbia rinunciato a ‘sbirciare’ attraverso il grande portale di epoca ‘dioclezianea’ o non sia rimasto semplicemente meravigliato dalla bellezza o dall’imponenza della facciata del complesso lateranense.
Siamo di fronte ad uno dei complessi più straordinari dell’intera cristianità, considerata la Mater et caput delle chiese mondiali, uno di quei monumenti che legano indissolubilmente la propria origine alla tradizione monumentale romana. La Basilica (conosciuta come S. Giovanni in Laterano ma il suo nome completo è Arcibasilica del SS.mo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista) trae parte del nome dall’antica gens Laterana la cui tenuta comprendeva anche i terreni del complesso lateranense.
La proprietà è strettamente legata all’evento storico noto come la ‘congiura dei Pisoni’ il cui proprietario, Plauzio Laterano, accusato dall’imperatore Nerone di aver congiurato ai suoi danni, venne messo a morte. Tutti i suoi beni vennero confiscati dall’Impero nel 65 d.C., mantenendoli fino al 201, anno in cui l’imperatore Settimio Severo decise di costruirvi una seconda caserma degli equites singulares (ne esisteva un’altra poco distante) destinata al reclutamento delle nuove leve, costruendovi anche i Castra nova equitum singularium (Caserma delle guardie scelte) le cui tracce sono state rinvenute durante alcuni scavi effettuati nell’area del chiostro e al di sotto della pavimentazione della basilica.
L’antico edificio da cui probabilmente derivò il nome del complesso religioso è quello che venne rioccupato (o ricostruito) dal comandante delle truppe di Settimio Severo durante la spedizione mesopotamica, Tito Sexio Laterano, edificio talmente lussuoso che nel medioevo veniva preso a riferimento quando ci si voleva riferire a qualcosa situato nelle vicinanze di esso. Possiamo soltanto ipotizzare che i due personaggi della gens laterana fossero parenti (non esistono prove al riguardo) cosi come una domus Faustae qui impiantata successivamente possa riferirsi a Fausta, sorella dell’imperatore Massenzio e seconda moglie dell’imperatore Costantino. Possiamo però ipotizzare che Fausta portò in dote proprio la grande proprietà lateranense con la relativa domus che Costantino donò a papa Melchiade per la costruzione di una grande basilica.
La costruzione della Basilica venne portata a termine tra il 318 e il 324 sotto il pontificato di Silvestro I e dedicata al SS. Salvatore. Solo successivamente, durante il pontificato di papa Sergio III nel IX secolo, venne dedicata anche a San Giovanni Battista. In ultimo apporto, nel XII secolo, papa Lucio II aggiunse la dedica a San Giovanni Evangelista. Per oltre un migliaio di anni (dal IV al XIV secolo, epoca in cui Avignone divenne la sede principale),la Basilicadel Laterano rappresentò l’unica sede pontificia con residenza annessa all’edificio ed utilizzata per quasi tutto il medioevo.
Come la maggior parte delle grandi basiliche dell’epoca, la costruzione ‘costantiniana’ aveva una pianta pressoché identica a quella attuale, formata da cinque navate, con la centrale più grande di quelle laterali. Un dettaglio non da poco è la coincidenza tra gli attuali muri perimetrali con quelli della basilica paleocristiana. Una grande aula rettangolare era divisa e scandita dalle altre navate con l’ausilio di colonne marmoree con capitelli corinzi, di cui quindici sormontate da un’elegante trabeazione su ogni lato della navata maggiore, mentre erano ventuno quelle che sostenevano arcate divisorie delle navate laterali. La navata centrale era chiusa nella parete di fondo da una grande abside e di fronte all’altare era arricchita da un meraviglioso ciborio donato dall’imperatore Costantino.
Con lo spostamento della capitale a Costantinopoli e le invasioni barbariche,la Basilicavisse un periodo di grandi difficoltà (come l’intera città del resto) ma rappresentò per svariati secoli il punto di riferimento più fulgido dell’intera cristianità non soltanto romana.
(La seconda parte uscirà sabato 29 dicembre)