Migrazione, fede, povertà e diritti della persona

Intervista a don Gian Carlo Quadri, responsabile dell’Ufficio per la Pastorale dei Migranti dell’Arcidiocesi di Milano sul tema della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2013

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di Abraham Cutipa

MILANO, venerdì 14 dicembre 2012 (ZENIT.org).- Il papa Benedetto XVI, come ogni anno, ha dato il messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Per il 2013, si è basato sul tema “Migrazione: Pellegrinaggio di fede e di speranza”, dove invita alla riflessione sulla vita cristiana, la povertà e la speranza, l’integrazione dei migranti e i diritti della persona. Per approfondire il messaggio del Santo Padre parliamo con don Gian Carlo Quadri, responsabile dell’ Ufficio per la Pastorale dei Migranti dell’Arcidiocesi di Milano.

Il Santo Padre nel suo messaggio parla della vita cristiana del migrante, lei può spiegare quest’ argomento?

Don Quadri: Inizio proprio con le parole del Santo Padre che dice, “Le Migrazioni sono un pellegrinaggio di fede e di speranza”. Lui lancia questo messaggio e dice “in concomitanza con le celebrazioni del 50° anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II”. Il Concilio Vaticano II è stato un evento grandioso per la Chiesa Cattolica, per obbedire e dare la nuova linea per i nuovi tempi della Chiesa, e proprio in questo si trova questo discorso sulla migrazione, importante perché si dice qual è l’idea cristiana della migrazione, la quale comporta tanti sacrifici, sofferenza. Però per il cristiano la migrazione resta un cammino, un pellegrinaggio di fede e speranza, e questo è molto bel detto dal Papa, uno sguardo positivo sulla migrazione.

Quando si parla di migrazione, stiamo parlando di temi politici, economici e di povertà, lei può spiegare questa realtà?

Don Quadri: Le migrazioni vengono colte nel momento che si impongono sacrifici, a volte anche tragedie che noi  in Italia abbiamo. Quasi tutti i giorni nel Mar Mediterraneo sono tanti le famose carrette che affondano nel mare, dovrebbero essere speranza invece diventa un messaggio di disperazione e di morte. Nella natura stesa della migrazione un uomo e una donna che lasciano il loro paese, la loro famiglia, magari i figli e gli amici già all’inizio dell’immigrazione stessa provano dolore e sofferenza. Certo, la migrazione non è sinonimo di povertà, ma la povertà, il dolore e la sofferenza saranno sempre nella migrazione.

Adesso in Europa si vive la crisi economica, giustamente il Comune di Milano sta lavorando sull’integrazione e anche il Santo Padre è impegnato su questo tema, lei po’ spiegare il lavoro della Chiesa?

Don Quadri: Io vorrei partire citando le parole del Papa, “La Chiesa e le varie realtà che ad essa si ispirano sono chiamate ad affrontare l’emergenza e la povertà”, pero non devono dimenticare che il discorso della Chiesa è la promozione umana prima di tutto… Sembra che la società italiana stia regredendo un po’ sull’accoglienza con il cuore, cioè sull’integrazione del nuovi arrivati. E’ fondamentale ritenere che siamo tutti fratelli e che dobbiamo rispettarci fino all’assistenza materiale ed’economica, con ad esempio le case di accoglienza, le scuole di italiano per il migrante e la sua famiglia. La Chiesa si dà da fare, però, tenendo presente che il discorso non solo deve essere di emergenza, ma deve essere d’integrazione, imparare a vivere insieme come diceva il Cardinale Martini: ciascuno con le sue differenze.

Il Santo Padre parla dei diritti della persona, lei può spiegare il tema dell’immigrazione legale e illegale?

Don Quadri: Qui ripeto ancora le parole del Santo Padre “Ogni Stato ha il diritto di regolare i flussi migratori, ma sempre assicurando il rispetto della dignità di ogni persona umana”. Qui è un capitolo duro per noi ricordare che purtroppo la nostra bella Italia a volte è iscritta nel registro della penalità dell’Unione Europea, perché soprattutto la mentalità deve cambiare. Dobbiamo passare da un’immigrazione di diritti emergenziale a un’immigrazione di diritti della persona, quindi al rispetto massimo della persona umana. Credo che sia uno dei punti fondamentali del messaggio di Benedetto XVI.

In questi ultimi tempi, in che maniera va avanti la immigrazione, nell’ aspetto positivo della famiglia, dei giovani e della società?

Don Quadri: La Chiesa di Milano sempre stata in primo piano nell’aiuto alla difficoltà dei migrante. Proprio nel 2000, nell’anno del Gubileo, il Cardinale Martini a voluto dare un impulso notevole alla cura dei migranti, istituendo queste ufficio che io da queste anno sto guidando. Dobbiamo partire da lì per chiedere legalità prima di tutto, legalità al migrante, al cittadino e allo Stato italiano, e su questa legalità costruire una nuova Nazione, quindi, dobbiamo lavorare sul positivo come scuola, formazione, istruzione, imprese e lavoro. Bisogna rilevarla perche è importante per noi e sono importante per la nuova Italia, en qui saranno presente sempre de più i migranti.

Per lei quale sarebbe un messaggio di fiducia per gli inmigranti che vivono in Italia?

Don Quadri: C’e’ un grande messaggio di fiducia. Noi ci prepariamo a celebrare nella festa dell’Epifania il 6 de gennaio la Santa Messa con il Cardinale Angelo Scola nel Duomo de Milano; lui l’approvata e la vuole de nuovo perché questo messaggio del Papa e della Chiesa deve essere un messaggio de fiducia e di  gioia. È importante che questo messaggio sia portato al migrante e al popolo italiano, en modo da procedere con questa gioia de Cristo e formare questa nuova nazione che sta nascendo.

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ZENIT Staff

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