ROMA, venerdì, 14 dicembre 2012 – San Giovanni della Croce (ZENIT.org).
Lettura
Il capitolo 48 di Isaia affronta la tragedia dell’uomo che sembra faccia tutto il possibile per rendere vano il piano di salvezza di Dio. Non tutto però è perduto. Dio si propone ancora come Maestro per condurre Israele alla pratica della giustizia. Anche Gesù, nel Vangelo, rivela alla sua gente, e oggi a noi, alcuni dei pretesti che ci portano a non accogliere la sapienza di Dio.
Meditazione
Il brano di Isaìa ci mostra il pianto – “Se avessi prestato attenzione ai miei comandi” – e l’amore appassionato di Dio che ogni giorno e, in particolare, in questo tempo di grazia dell’Avvento, percorre le nostre strade quasi a mendicare la nostra compagnia e il nostro amore. Trova invece indifferenza o addirittura diffidenza. Gesù ci rivela quali sono gli atteggiamenti che ci impediscono di aprirci come Maria, la tutta Santa, ad accogliere nella nostra vita l’amore di Dio. Il primo atteggiamento negativo è limitarsi a essere spettatori. Rimaniamo chiusi in noi stessi e ci inventiamo sempre qualche pretesto per non accettare il messaggio di Dio che Gesù annuncia. Quest’atteggiamento porta all’indurimento del nostro cuore. Né la fede in Gesù, né la predicazione di Giovanni Battista, sono comprese o accettate da questo popolo. Il secondo atteggiamento negativo consiste nel catalogare come pazzi o importuni gli inviati di Dio – i quali producono sempre un po’ di scompiglio nella comoda routine della nostra vita – per poterci così “difendere” dalla loro testimonianza. Accadeva al tempo di Gesù e accade oggi, sia nella società che nella Chiesa. Pensiamo quante volte rifiutiamo la novità dello Spirito dicendo quella frase: “si è fatto sempre così”; oppure inventiamo giustificazioni e pretese per non aderire: “È marxismo!”, “Va contro la Legge di Dio!”. In questo brano possiamo vedere il pianto di Gesù sull’uomo che sta in piazza a guardare e criticare, ma non si sente di impegnarsi e compromettersi, sia con gli altri che con Dio. Il Signore viene continuamente e si compromette partecipando alla nostra vicenda umana, condividendo il nostro riso e il nostro pianto. Egli è il Dio che vuole celebrare con noi la vittoria che è venuto a conquistare sul peccato e sulla morte, come abbiamo contemplato nella solennità dell’Immacolata. E noi ce ne stiamo in disparte a osservare, come se la cosa non ci riguardasse… Fino a che punto sono coerente con la mia fede? Alla luce del Vangelo di oggi, cosa mi impedisce di vivere pienamente questo Avvento?
Preghiera
Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte (Sal 1).
Agire
Oggi voglio avvicinarmi alle persone senza pregiudizi e con la libertà del cuore per poter cogliere in loro una provocazione da parte di Dio.
Meditazione del giorno a cura di padre Celeste Cerroni, M.S. (Missionari de La Salette), tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it