Un angolo di Lucania nel cuore della Roma barocca

Il prossimo presepe di piazza San Pietro, offerto al Papa dalla Regione Basilicata, è stato realizzato dal Maestro Francesco Artese

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di Luca Marcolivio

CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 13 dicembre 2012 (ZENIT.org) – Arriva dalla Lucania il presepe che sarà allestito nei prossimi giorni ed inaugurato nel pomeriggio della vigilia di Natale in piazza San Pietro. L’opera, realizzata dal Maestro Francesco Artese, è un omaggio della Regione Basilicata a papa Benedetto XVI.

“La tradizione del presepe, rinnovata in chiave artistica dall’opera del Maestro Artese, che da anni rappresenta in sedi prestigiose il Mistero della Sacra Famiglia con i suoi valori di semplicità e di fede, è particolarmente sentita in terra lucana come documentano i diversi presepi permanenti presenti nella regione”, si legge in un comunicato stampa della Santa Sede.

Secondo quanto riferito dalla medesima nota, l’allestimento prevede la realizzazione di un “presepe monumentale” che coprirà una superfice di circa 150 metri quadri. Realizzato interamente in polistirene e ricoperto da malta cementizia ad “effetto tufo”, il presepe poggia su una struttura di elementi in metallo e legno della dimensione in pianta di 11×13 metri.

Il basamento è poggiato al suolo con un sistema di plinti di cemento armato sui quali sono fissati tralicci in alluminio. In tal modo l’allestimento risulta sollevato da terra di circa 90 cm ed ha un’altezza che varia dai 6 agli 8 metri.

Una seconda struttura abbraccia il presepe facendolo entrare in simbiosi con l’architettura della Basilica di San Pietro L’allestimento illuminotecnico è curato dallo scenografo Mario Carlo Garrambone, con il particolare obiettivo di valorizzare con la luce l’opera di Artese attraverso l’utilizzo di sistemi tecnologici di consueto impiego in ambito cinematografico.

Le oltre 100 statuine hanno un’altezza variabile a seconda dei piani prospettici in cui sono inserite: le figure in primo piano sono alte 32 centimetri mentre quelle in secondo piano 26 centimetri.

Le particolarità dell’opera presepiale e la sua genesi sono state illustrate stamattina presso la Sala Stampa della Santa Sede. Monsignor Giuseppe Sciaccia, Segretario Generale del Governatorato della Città del Vaticano ha ricordato che il presepe, “icona del mistero dell’incarnazione”, simboleggia il Signore che “ha piantato le tende della sua umanità in mezzo a noi”, accostandosi così agli uomini nella loro “ferialità”.

Il Natale, ha aggiunto il presule, non potrà mai essere la semplice commemorazione della nascita di Gesù di Nazareth, né tantomeno una “fredda commemorazione accademica”. Esso è in primo luogo “memoria riattualizzante di quell’evento salvifico”.

Monsignor Sciacca ha quindi citato la celebre frase di Giovanni Papini: “Anche se Cristo nascesse mille e diecimila volte a Betlemme, a nulla ti gioverà se non nasce almeno una volta nel tuo cuore”.

Sul piano tecnico, il segretario del Governatorato Vaticano ha sottolineato che la spesa per l’allestimento del presepe da parte della Santa Sede è stata di circa 21.800 euro, con un risparmio di circa 180mila euro rispetto all’anno passato. Il resto è stato tutto a carico della Regione Basilicata che ha reso possibile la realizzazione, grazie alle donazioni della comunità locale, in special modo dell’imprenditoria regionale.

Come ricordato dal presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, tra i principali sponsor figurano compagnie petrolifere come Shell e Total, oltre a enti come Eni ed Enel, fino a soggetti imprenditoriali locali come Siderpotenza, per un investimento totale di circa 90mila euro.

Il presidente De Filippo ha manifestato “orgoglio” per l’opera in via di ultimazione, ma soprattutto “tantissima gratitudine per il Santo Padre che ha voluto accettare questa iniziativa”. Al Pontefice sarà offerta l’immagine di “una comunità semplice e sobria”, nello spirito della vera arte presepiale, in particolare del primo grande presepista della storia: San Francesco d’Assisi.

Secondo il direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, il presepe si caratterizza per essere “plurale” e “obliquo”. È plurale perché “include tutti: pastori, astanti, donne, bambini, animali”. “Il presepe – ha sottolineato Paolucci – ci fa capire la misteriosa e profonda fraternità che unisce le creature sotto il cielo”. È inoltre “obliquo” per la sua capacità di essere “replicato ovunque, prodotto da chiunque e in qualsiasi luogo”.

Sul piano artistico, il direttore dei Musei Vaticani, ha descritto il prossimo presepe di San Pietro come un’opera che sintetizza i tratti salienti dell’intera Basilicata, dall’architettura all’ambiente geofisico: in esso sarà possibile scorgere l’unicità dei Sassi, così come le selvagge foreste del Vulture, fino all’asprezza dei terreni carsici della Murgia materana.

Saranno inoltre riconoscibili alcuni dei luoghi sacri più illustri della regione, tra cui la Chiesa rupestre Convicinio di Sant’Antonio e quella di San Nicola dei Greci. Il tutto “nel cuore della Roma barocca”.

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ZENIT Staff

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