ROMA, domenica, 9 dicembre 2012 (ZENIT.org).- Pubblichiamo il ringraziamento di mons. Massimo Camisasca, vescovo eletto di Reggio Emilia–Guastalla, dopo la sua ordinazione episcopale, avvenuta venerdì 7 dicembre nella Basilica romana di San Giovanni in Laterano.
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Carissimo arcivescovo di Bologna,
signori cardinali,
cari fratelli nell’episcopato e nel sacerdozio,
autorità tutte,
cari amici,
innanzitutto una parola: grazie di aver voluto essere qui, per partecipare a questa festa. Festa di Maria Immacolata, festa del Signore che chiama un uomo a partecipare al collegio episcopale e a condividere in modo particolare la sua vita, perché raggiunga a suonome gli uomini per dire loro:«Io ti assolvo», «Questo è il mio corpo», «Vai, nessuno ti condanna ma non peccare più». Per dire loro: «Gesù è la via, la verità, la vita». Perciò, proprio per questa fede, voglio dire: Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.
In queste semplici ma profondissime parole, che aprono a una realtà inesauribile, si racchiude il senso di questo gesto che assieme abbiamo vissuto, il senso della mia consacrazione episcopale. Ho un unico desiderio: entrare nella volontà di Dio, nella sua azione di Padre creatore e salvatore. Un’unica attesa: conoscere e far conoscere il Figlio. Un’unica sete: godere della gioia dello Spirito. Aiutatemi a vivere per questo e solo per questo.
Permettetemi ora di ringraziare, con essenzialità assoluta, come si addice a questo momento, le persone a cui devo i beni più grandi della mia vita.
Grazie al Santo Padre Benedetto XVI, che mi ha voluto aggregare al Collegio dei successori degli Apostoli e mi ha dato tanti segni della sua predilezione. Il suo magistero è luce per me. Esso si staglia nella Chiesa per chiarezza, profondità e semplicità.
Invoco dal cielo la protezione e la guida del beato Giovanni Paolo II, che tanto mi ha voluto bene.
Grazie al carissimo cardinale Carlo Caffarra che, presiedendo questo rito, mi ha ordinato vescovo con l’imposizione delle sue mani. A lui mi legano tanti anni di conoscenza reciproca e di filiale affetto.
Grazie ai vescovi conconsacranti, al Nunzio in Italia, Adriano Bernardini, e al mio venerato predecessore, il vescovo emerito Adriano Caprioli.
Ringrazio il cardinale vicario, Agostino Vallini, che ha concesso questa Cattedrale, la Cattedrale del Papa, per la mia consacrazione.
Ringrazio i signori Cardinali presenti, in particolare le loro eminenze Julián Herranz, Camillo Ruini, Mauro Piacenza.
Ringrazio il mio metropolita mons. Antonio Lanfranchi e tutti i vescovi presenti o che si sono uniti a noi nella preghiera.
Ringrazio l’Abate Generale dell’Ordine cistercense, padre Mauro Giuseppe Lepori, il Supremo Cavaliere dei Cavalieri di Colombo, il Signor Carl Albert Anderson e signora e il dottor Guzman Carriquiry e signora.
Ripercorrendo ora cronologicamente la mia esistenza, voglio ricordare le persone di mio padre e mia madre, a cui devo la vita, la trasmissione della fede e la gioia di vivere. A loro il mio grazie affettuoso e filiale. Assieme a loro rivolgo, in questo momento, la mia gratitudine a mio fratello e ai suoi familiari.
Saluto gli amici e i parenti di Leggiuno, in provincia di Varese, dove ho trascorso i primi bellissimi anni della mia vita. Sono qui convenuti con il parroco. Grazie di essere qui.
Saluto gli amici degli anni di Gioventù Studentesca e di Comunione e Liberazione. Si apre, in questo modo, il capitolo intenso, profondo e mai concluso del mio incontro con don Luigi Giussani e della mia figliolanza da lui. Egli è stato un gigante della fede e un profondo conoscitore dell’uomo e dell’avvenimento cristiano. Ha aperto la mia persona agli orizzonti sconfinati della Chiesa e del mondo.
Saluto gli amici di Bergamo, dove sono diventato prete, ordinato dal vescovo Clemente Gaddi. Saluto poi gli amici di Roma, dove vivo da 34 anni. Qui è nata la Fraternità san Carlo, l’opera a cui ho dedicato tante energie e che mi ha ripagato con consolazioni immense. Ricordo uno per uno i miei fratelli, preti e seminaristi. Neppure una briciola di ciò che ho vissuto con voi andrà perduta. Vi porto nel mio cuore per l’eternità.
Saluto e ringrazio tutti i miei amici che hanno voluto essere presenti o unirsi a me in questo momento. Vorrei dire tanti nomi, ma non posso.
Saluto ora i miei nuovi fratelli di Reggio Emilia – Guastalla, a partire dal Vescovo ausiliare, ora arcivescovo eletto di Ravenna. I sacerdoti qui presenti o uniti a noi in preghiera, i missionari, i seminaristi, le comunità religiose maschili e femminili, i diaconi, i laici, in particolare le famiglie. Per tutti già prego e tutti spero di conoscere presto, pur nei limiti imposti dalle imminenti responsabilità.
Il mio grazie, in particolare, all’Azione Cattolica diocesana che ha organizzato il viaggio dei reggiani per questa santa Messa.
Ringrazio monsignor Boiardi, don Invernizzi e don Mongiello – della Fraternità san Carlo – per l’aiuto che mi hanno dato in questa occasione.
Saluto ora le autorità qui presenti, il presidente Rocco Buttiglione, e, con immenso affetto, rivolgo il mio saluto ai sindaci giunti dalla provincia di Reggio e Modena, in particolare il dott. Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e il dott. Giorgio Benaglia, primo cittadino di Guastalla. Saluto la presidente della Provincia, Signora Sonia Masini, il presidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia, dott. Enrico Bini e i rettori delle università presenti, in particolare il prorettore dell’università degli studi di Modena e Reggio Emilia, prof. Luigi Grasselli. Con tutti voglio collaborare, nel rispetto delle competenze di ciascuno, per il bene del nostro popolo.
Si conclude così una bella giornata, che apre una nuova fase della mia vita. Niente è cancellato, tutto è custodito per l’eterno. Ciascuno sappia di essere ospite gradito al mio ingresso in Diocesi che avverrà domenica 16 dicembre, con inizio alle 15.30 nel Santuario della Madonna della Ghiara. Alle 16.30 celebrerò la santa Messa nella nostra Cattedrale prendendo possesso della Diocesi.
Vi aspetto, alla fine della S. Messa, per salutarvi personalmente, presso il chiostro del seminario Maggiore posto accanto alla Basilica.