ROMA, domenica, 9 dicembre 2012 (ZENIT.org).- Era un modello cui tutti gli amministratori locali d’Italia più family friendly guardavano con interesse. Stiamo parlando del Quoziente Parma, grazie al quale le famiglie con figli, specie se numerose, usufruivano, fino ad oggi, di agevolazioni nell’accesso ai servizi erogati dal comune. Una politica tariffaria che, nel 2009, aveva «fruttato» al capoluogo di provincia dell’Emilia Romagna il premio di «città amica delle famiglie».
Nei giorni scorsi la giunta comunale di Parma, presieduta dal sindaco Federico Pizzarotti, ha deliberato di sospendere il Quoziente Parma in attesa dell’adozione del nuovo Isee.
È perplesso Alfredo Caltabiano, consigliere nazionale dell’Anfn, associazione che rappresenta 15mila famiglie numerose italiane: «quando le associazioni familiari – lo scorso 18 aprile – invitarono ad un pubblico dibattito tutti i candidati a sindaco, anche il candidato del Movimento 5 Stelle si impegnò a mantenere e, anzi, a valorizzare, il Quoziente Parma. Impegno poi messo nero su bianco da Pizzarotti nelle sue linee programmatiche».
Anche la giustificazione contenuta nella delibera – osserva Alfredo Caltabiano – è debole: «è vero che il decreto legge del 6 dicembre del 2011 prevedeva l’adozione, dal 1° gennaio 2013, di un nuovo Isee. Ma il decreto attuativo di modifica dell’Isee deve essere ancora deliberato e sicuramente il nuovo indicatore della ricchezza delle famiglie non partirà a gennaio».
Nuovo Isee – osserva Alessandro Soprana, direttore dell’osservatorio politico delle Famiglie numerose – che comunque non ci convince: perché, ad esempio, darà un peso maggiore alla casa di proprietà, mentre ritoccherà appena le scale di equivalenza, dove invece interviene il quoziente Parma riconoscendo un maggior peso ai carichi famigliari».