di Luca Marcolivio
ROMA, venerdì, 7 dicembre 2012 (ZENIT.org) – Quest’anno il Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS) ha festeggiato il suo quarantennale dalla fondazione. Per il movimento è stato un 2012 più che mai denso di iniziative ed eventi speciali.
A colloquio con ZENIT, il presidente di RnS, Salvatore Martinez, ha tratto un bilancio dell’attività degli ultimi mesi, soffermandosi sull’attualizzazione del carisma nell’ambito delle sfide spirituali del momento.
Sta per concludersi un anno particolarmente intenso per RnS: alle due consuete Convocazioni di Rimini (dei Gruppi in primavera con la presenza del Card. Tarcisio Bertone e degli Animatori in autunno) si sono aggiunte la partenza del progetto Dieci Piazze per Dieci Comandamenti, l’avvio della costruzione del Centro Internazionale per la Famiglia a Nazareth e la sua partecipazione al Sinodo dei Vescovi. Senza dimenticare poi l’Udienza Speciale concessa al Movimento in Piazza S. Pietro, con il Papa Benedetto XVI e con il Card. Angelo Bagnasco, alla Vigilia di Pentecoste. Sembra proprio che lo Spirito Santo, nel vostro quarantennale, stia soffiando parecchio su di voi…
Martinez: Se soffiano venti di dottrina avversi al Vangelo di Gesù e alla Sua Chiesa, ancora più forte soffia lo Spirito Santo. E ne siamo testimoni! L’anno trascorso è stato un kairos di grazie insperate, segno che non siamo mai soli e che il Cielo non è mai grigio per chi crede. Abbiamo vissuto un vero Giubileo missionario: di fede rinnovata dal dono della comunione ecclesiale, di speranza rinnovata nell’orizzonte di una Cultura della Pentecoste richiesta dalla Chiesa e dal mondo, di carità rinnovata, forte, prodiga all’indirizzo dei giovani, delle famiglie, dei sacerdoti, dei più poveri e soli. “Un apporto specifico alla diffusione del Regno di Dio”, ci diceva il Papa nell’Udienza Speciale concessaci, in Piazza San Pietro, dato “da uomini e donne che sentono l’attrazione del Cielo nella loro vita e che fanno della lode al Signore uno stile di vita nuova”. Tante le conferme della bontà del cammino intrapreso e tante le nuove aperture nella direzione della Nuova Evangelizzazione che abbiamo registrato. Su tutte vorrei segnalare la decisione del Santo Padre Benedetto XVI di erigere una nuova Fondazione Vaticana denominata “Centro Internazionale Famiglia di Nazareth”, affidata al Rinnovamento nello Spirito per la costruzione e per la gestione a Nazareth di un Centro dedicato alle famiglie di tutto il mondo, per il loro sostegno spirituale, culturale, pastorale e per la promozione sociale delle famiglie.
Da decenni si discute il ruolo dei movimenti per la Nuova Evangelizzazione. Il Santo Padre ha creato ad hoc il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione che apre in questa direzione. Anche il card. Donald Wuerl, da parte sua, nella relazione iniziale al Sinodo, ha lodato il contributo dei movimenti. Ritiene che, nel complesso, ci sia stata un’apertura soddisfacente da parte dei Padri Sinodali verso realtà come RnS ed altri carismi?
Martinez: Sul piano concettuale è difficile negare l’esistenza, il valore e l’efficacia delle pedagogie di fede proposte dai Movimenti ecclesiali e dalle Nuove Comunità in tutto il mondo, a vantaggio di tutte le Chiese. I segni e i frutti sono eloquenti, in taluni casi una provvidenza imprescindibile per l’animazione spirituale e l’espansione del Regno di Dio in tante Chiese povere sparse in ogni Continente. Sul piano pastorale, permangono difficoltà sulla loro collocazione in vista di una maggiore integrazione con la vita ordinaria delle Chiese locali. Ma sarebbe grave confondere un dono con un problema. Un dono resta sempre un dono, anche quando pone problemi che nel discernimento e nella comunione sempre possono essere vinti per il bene di tutto il Corpo di Cristo. Molto si è fatto, molto ancora si deve fare, senza archiviare la stagione di rinnovamento post-conciliare sublimata dal Pontificato di Giovanni Paolo II nella promozione del laicato organizzato e ribadita in questo Pontificato vigente. Una via maestra sarà un’adeguata promozione di una “teologia esperienziale dei carismi” e di una “pneumatologia della missione” nella preparazione dottrinale dei presbiteri. La Chiesa è carismatica ontologicamente, fisiologicamente. Non può esistere separazione o contrapposizione tra il suo profilo istituzionale, gerarchico e quello carismatico, missionario. Ecco perché i Movimenti sono una sorta di “provocazione benefica” dello Spirito Santo, affinché la Chiesa coscientizzi ed espliciti ancor più la propria natura e identità, dichiarandosi, sempre, in ogni suo membro, a partire dal dono di grazia di ciascun battezzato, tutta carismatica. Se i carismi concorrono alla santificazione del popolo di Dio (Lumen Gentium, 12), come accettare l’idea che solo alcuni siano stimolati ad esercitarli? E come tacere che a partire dal carisma dell’episcopato, il primo carismatico che testimonia e favorisce l’esercizio dei doni dello Spirito tra i suoi fedeli è proprio il Vescovo? La causa della Nuova Evangelizzazione va esattamente in questa direzione: riscoprire la nostra fede, ridestarla nei cuori e mostrarla al mondo non sono nel suo contenuto dogmatico, ma anche nel suo dinamismo carismatico.
Intervenendo al Sinodo, lei ha detto che la “madre di tutte le crisi” è di natura spirituale e si annida anche dentro la Chiesa. In che modo?
Martinez: La madre di tutte le crisi che soffriamo è spirituale, dentro e fuori la Chiesa. Una crisi che deve essere letta, affrontata e vinta primariamente nell’ordine soprannaturale, prima che culturale, sociale, economico. Sarà nuova evangelizzazione se, mediante l’unzione profetica dello Spirito Santo, sapremo ridare all’uomo l’umano e ancora all’uomo il divino, così come alle nostre società neopagane una nuova “etica delle virtù”. I nuovi evangelizzatori, dunque, nascono contemplando Dio, pregando; meglio, in ginocchio; ancor meglio prostrati dinanzi alla santità di Dio. Sono prima adoratori di Dio, poi rivelatori dei misteri di Dio. Il cuore della nuova evangelizzazione è la fede in Dio Amore. E Dio si addice prima al cuore e poi alla mente. Urge, dunque, una vera conversione del cuore della Chiesa per recuperare la sapienza di Dio, una nuova compassione per l’uomo smarrito e ferito, un dialogo più profondo con l’umanità a partire dalla nostra capacità di ascoltare e di fare silenzio dentro di noi. Così sentiremo rifluire la presenza, l’illuminazione, l’ispirazione, le mozioni dello Spirito. San Paolo, a tal proposito, è chiaro e ci fa da monito: «Noi parliamo di una sapienza che non è di questo mondo, è la sapienza di Dio che per mezzo dello Spirito noi riveliamo, esprimendo cose spirituali in termini spirituali» (cf 1Cor 2,6.10.13).
Domani è la solennità dell’Immacolata: quanto è importante la devozione a Maria nella spiritualità del RnS?
Martinez: La “via mariana” è la via dei laici, dei carismi, ci ha insegnato il Beato Giovanni Paolo II. Come fare a meno di una Madre tanto presente nella difesa dei suoi figli e potente nel combattere il male? Guardando al mistero dell’Immacolata, per contrasto ci accorgiamo quanto sfidante sia oggi il mysterium iniquitatis che è in atto. L’umiltà di Maria, la sua purezza, ci insegnano a vincere la prepotenza di sistemi politici ed economici disumanizzanti, l’orgoglio dei ricchi, la superbia dei sa
pienti. Come piacere a Gesù e come godere delle compiacenze dello Spirito Santo, nessuno più di Maria può mostrarcelo e dimostrarcelo! Se Maria non ci fosse… bisognerebbe inventarla! Come potremmo sperare di accedere ai misteri di Dio senza l’evidenza di Maria? L’inarrivabile Cielo che scese sulla terra, nasce anche nelle nostre terre, nelle nostre vite, per la medesima adozione divina guadagnataci da Gesù, per mezzo dello Spirito. Maria, vivendo in mezzo a noi, nella Chiesa, ci ricorda che “niente e impossibile a Dio”, perché l’impossibile è avvenuto in Lei. Contemplare Gesù con gli sguardi di Maria significa essere gli uomini nuovi della nuova evangelizzazione. Il RnS prega incessantemente la “Vergine dalle mani alzate”, come via breve, sicura e perfetta di accesso allo Spirito Santo, Sposo mistico. Quando Maria viene “scomodata”, allora accadono sempre cose straordinarie. Ne abbiamo fatto mille e mille volte esperienza. Maria è la prima Chiesa, la prima fede in Gesù, il primo amore di Gesù. Prescindere dal mistero di Maria è ritardare lo svelamento degli effetti della Pentecoste.
[La seconda parte dell’intervista a Salvatore Martinez sarà pubblicata domenica 9 dicembre]