di Luca Marcolivio

ROMA, giovedì, 6 dicembre 2012 (ZENIT.org) – Nella Diocesi di Roma sorgeranno cappelle e chiese all’interno dei centri commerciali. Lo scopo è quello di permettere ai dipendenti e ai clienti di non dimenticare la messa domenicale, durante lo shopping del weekend.

Lo ha annunciato monsignor Liberio Andreatta, vicepresidente dell’Opera Romana Pellegrinaggi e direttore dell’Ufficio per l’Edilizia del Culto del Vicariato di Roma, a margine della conferenza stampa di presentazione del progetto Scrinium.

All’interno del centro commerciale Euroma 2 sorgerà una vera e propria chiesa, mentre altri luoghi di culto sono previsti in strutture simili.

“Ogni sabato e domenica a Euroma 2 transitano 55mila persone – ha dichiarato monsignor Andreatta -. Almeno duemila persone vivono nei grattacieli intorno, in più vi sono tremila dipendenti. Chi dà loro l’opportunità il sabato o la domenica di andare a messa prima o dopo il turno lavorativo? Per questo abbiamo ritenuto opportuno creare uno spazio di evangelizzazione”.

A fare strada alla costruzione delle suddette chiese e cappelle, c’è un lavoro pastorale che si concretizzerà, ad esempio, nella celebrazione di una messa prenatalizia in un centro commerciale romano, presieduta dallo stesso monsignor Andreatta.

Se un tempo la domenica era il giorno dedicato al Signore, oggi la pratica religiosa, anche nel giorno a Lui consacrato lascia il posto allo sport, allo shopping, al tempo libero. È necessario, quindi, che la Chiesa si rechi nei luoghi dove si incontra l’uomo di oggi, ha dichiarato il responsabile dell’edilizia religiosa del Vicariato di Roma.

Il progetto del Vicariato di Roma, al momento della sua ideazione, avrebbe destato qualche iniziale perplessità. “Qualcuno mi ha detto: ma come, monsignore, va a fare una chiesa dentro il tempio del consumismo? – ha affermato Andreatta -. Eppure Gesù quando andò ad evangelizzare proprio nel Tempio che era diventato luogo di mercanti…”.

Edificare luoghi di culto all’interno di centri commerciali è quindi, secondo monsignor Andreatta, una forma di garbata “contestazione” della civiltà dei consumi. “Come contestiamo? Mettendo nel loro cuore una presenza rispettosa, silenziosa, discreta e concreta”, ha detto.

Si tratta di una forma di confronto con una mentalità diversa. Così come da decenni si parla di dialogo interreligioso, è opportuno che esista un dialogo anche con il mondo degli affari, anche a costo di entrare in disaccordo con i datori di lavoro e con i titolari degli esercizi commerciali.

“Il messaggio di Gesù è contro il consumismo ma non è un messaggio violento, anzi è un messaggio di pace – ha proseguito monsignor Andreatta -. Il fatto che io mi trovi ‘dentro’ un centro commerciale non vuol dire che io ne condivida tutto quello che si fa”.

La presenza del Santissimo Sacramento nei centri commerciali vuole anche essere una risposta alla “solitudine” e alla “disperazione” dell’uomo d’oggi. In un tempo in cui “sono crollati i punti di riferimento ideologici, economici, culturali” e in cui con impressionante facilità “è possibile comunicare con gli antipodi del globo”, l’uomo “non è mai stato solo come oggi, quindi questa solitudine va riempita”, ha poi concluso monsignor Andreatta.