"Guidano, consolano e dirigono i passi di persone che hanno detto si al Signore"

Prefazione del cardinale Martins al libro “Angeli e mistiche”

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ROMA, giovedì, 6 dicembre 2012 (ZENIT.org) – In occasione della presentazione oggi del nuovo libro di don Marcello Stanzione e di Suor Miriam Castelli, “Angeli e mistiche”, riprendiamo la prefazione al volume firmata dal prefetto emerito della Congregazione dei santi, il cardinale José Saraiva Martins. La presentazione avviene presso la libreria Russia Ecumenica, in via Borgo Pio 141, a Roma. 

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Quando mi è stato chiesto di scrivere queste pagine introduttive ho provato un sentimento di grande contentezza, dovuto al fascino che da sempre i santi esercitano sulla mia esistenza e che mi ha accompagnato durante tutto il tempo del mio mandato come Prefetto della Congregazione per le cause dei santi. Mistiche sante, beate e donne dalla fede cristallina, che si sono distinte per la certezza di un Dio Padre onnipotente. Creatore del cielo e della terra. Quel cielo che hanno avuto la grazia di intravedere mentre i loro piedi poggiavano ben saldi sulla terra. Donne che hanno aperto le porte della propria anima quando Dio ha bussato. Attraverso i vari episodi della loro vita conosciamo qualcosa dell’esistenza degli angeli  e del loro prezioso ministero orientato al bene degli uomini. Testimonianze vive ed efficaci del rapporto che lega l’umanità agli spiriti celesti ma anche del tempo nel quale hanno vissuto. Angeli la cui esistenza è una verità di fede sostanziata dalla Sacra Scrittura e dalla Tradizione. 

Sant’Agostino li descrive così: “La parola angelo designa l’ufficio, non la natura, si risponde che è spirito; se si chiede l’ufficio, si risponde che è angelo; è spirito per quello che è, mentre per quello che compie è angelo”. In tutto il loro essere, gli angeli sono servitori e messaggeri di Dio. Essi “vedono sempre la faccia del Padre…” che è nei cieli (Mt 18,10), pertanto sono i “potenti esecutori dei suoi comandi, pronti alla voce della sua parola” (Sal 103,20). Un libro dunque che parla degli angeli nella vita delle mistiche che hanno goduto dell’assistenza degli spiriti celesti: esiste un rapporto di somiglianza tra la personalità di queste donne e gli angeli. Ognuna di esse ha una visione diversa dell’angelo.

Basti cogliere qualche esempio che leggiamo nella vita della celebre stimmatizzata Veronica Giuliani che ebbe l’assistenza angelica e il conforto nel suo difficile cammino sulla via della croce. Nella vita della bavarese francescana Maria Crescenzia Hoess vediamo invece come era assistita dall’angelo custode anche nei servizi più umili della vita domestica. Ancor più note sono le frequentazioni angeliche di santa Francesca Romana. Diverso invece è l’angelo di Gemma Galgani che le fa da postino, la aiuta persino nel recapitare le sue lettere portandole da Lucca fino a Roma a padre Germano suo direttore spirituale o come l’angelo di Rosa da Lima che le procurava le medicine necessarie per curarla quando era ammalata. E ancora Teresa d’Avila, una delle più grandi mistiche della storia del cristianesimo riformatrice dell’ordine carmelitano che riassume la sua esperienza nell’espressione: “Solo Dio basta” (è sufficiente a colmare l’ampiezza del cuore umano) e che per opera di un serafino ebbe dal Signore la transverberazione del cuore. Del resto un angelo ha compiuto una delle comunicazioni più incredibili, quella di andare un giorno a Nazareth, nella casa di una donna di nome Maria, annunciarle che avrebbe avuto un bambino di nome Gesù, Figlio di Dio, che nasce per salvare il mondo. Un compito da angeli identico a quello riservato a queste donne mistiche anche se il più delle volte non hanno avuto come interlocutore l’arcangelo Gabriele ma un angelo semplice e modesto.

Donne concrete, trasformate da un incontro con Dio dopo il quale hanno vissuto più con gli angeli che con gli uomini. Amate da Dio e da lui gratificate con visioni ed estasi durante le quali entravano in un mondo che noi moderni diremmo virtuale. Una sola sostanziale differenza: per la virtualità del mondo moderno bisogna inforcare un paio di occhiali, mentre per queste donne mistiche gli occhiali sono la fede che fa uscire da questo mondo ed entrare in paradiso, avvertendo il profumo del cielo. Esempi di una virtualità tanto speciale, a dare un senso alla vita, fino a doverla perdere per ritrovarla, come chiede Gesù ai suoi discepoli: “Chi vuole salvare la propria vita perderà e chi la perderà la ritroverà per la vita eterna”.

Angeli che guidano, consolano e dirigono i passi di persone che hanno detto si al Signore, che le ha scelte per missioni speciali per la maggior gloria di Dio e il bene della Chiesa sposa di Cristo, portandole a percorrere sentieri talvolta inesplorati del mondo, spesso pericolosi e drammatici, resi tali per le insidie del male. 

Donne particolarmente favorite dalla grazia alla quale hanno risposto con generosità senza limiti, che hanno sofferto con cristo il dramma della croce offrendo le loro sofferenze in riparazione dei peccati del mondo. Leggendo queste pagine tornano in mente le parole del Vangelo: “Se non sarete come questi piccoli non entrerete nel regno dei cielo”. Per amare il mondo del paradiso bisogna essere bambini nel cuore. La nostra società che ha smarrito il senso di Dio ha bisogno di santi e di angeli. Cosa sarebbe il mondo senza santi e il cielo senza angeli? Certo senza gli angeli non esisterebbe gran parte dell’arte. Basti per esempio pensare agli angioletti di Giotto che si trovano nella cappella degli Scrovegni a Padova o agli episodi della vita di san Francesco ad Assisi. Angeli e mistiche, ante e testimoni,, un binomio e un insegnamento per la nostra vita. Qualcuno ha individuato nella solitudine il dramma del nostro tempo. Nell’uomo moderno, nonostante il pullulare delle folle nelle metropoli del mondo e l’immersion costante in rumori assordanti e nelle immagini televisive a rullo ininterrotto, è aumentata la solitudine. E a questa è collegata la depressione che ne è l’immagine clinica. Possiamo allora affermare che se uno ha fede in Gesù Cristo e un angelo che lo guida verso di lui allora non è mai solo. Preghiera e comunione mistica con Dio, angeli e arcangeli, troni e dominazioni: un mondo affascinate che appartiene ai mistici! Abbiamo bisogno della fede, della contemplazione, della testimonianza di persone innamorate di Gesù che sanno abbracciare la croce fino all’identificazione totale con cristo, di mistici e di angeli: riportiamoli ancora dentro le nostre case, nella quotidianità della nostra esistenza. Sono loro, i santi, sono veri rivoluzionari e la santità può essere accessibile a tutti. “Io sono la pioggia che fa ridere l’erba con la gioia della vita”, è l’immagine che offre di sé la grande mistica santa Ildegarda di Bingen, ora dottore della Chiesa, che vedeva come gli spiriti celesti, le nove schiere degli angeli, riecheggiano i rintocchi che Dio scandisce nelle anime beate del cielo. Questa pagine vogliono essere come gocce di pioggia nel deserto inaridito del male quale è il nostro mondo che, ingannato da altri poteri, si è sottratto alla riguarda benefica dell’amore di Dio.

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ZENIT Staff

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