GENOVA, mercoledì, 5 dicembre 2012 (ZENIT.org) – Fraternità, città e politica sono state al centro di una tre giorni a Genova (30/11 – 2/12), mentre la città viveva momenti di grave apprensione per la sorte dell’Ilva. E forse anche per questo il tema all’ordine del giorno è risultato di estrema urgenza e attualità.
Lo ha sottolineato il Cardinale Angelo Bagnasco che, assente per impegni a Roma, ha affidato ad un messaggio gli auguri per un proficuo lavoro “con la convinzione che l’importante tema della fraternità ci richiami all’assunzione di responsabilità verso gli altri, all’accettazione dell’altro, qualunque sia la sua origine e la sua storia, e alla condivisione del suo destino”. Ed ancora: “Ognuno di noi è tenuto a non dimenticare mai che qualunque azione compia deve essere volta al bene comune affinché tutti possano sentirsi parte della Comunità in cui vivono”.
Le riflessioni e le buone pratiche di sindaci, amministratori, cittadini, dalla Sicilia e Sardegna fino al Trentino, hanno scandagliato il tema, indicando piste percorribili nell’intento di far calare il paradigma della fraternità nel governo (intanto) di una città.
Così il Comune di Medolla e altri Comuni colpiti dal sisma del maggio scorso in Emilia Romagna. Forte il loro esempio nel non “ripiegarsi nell’emergenza e nella sola richiesta di aiuti, ma nel cooperare, nel mutuo aiuto, nel condividere professionalità, nel vivere con e grazie agli altri per ricostruire non solo le necessarie ragioni materiali, ma anche il senso della comunità e della convivenza”. Questa la motivazione per cui è stato loro assegnato il 4° Premio “Chiara Lubich per la fraternità” concesso nel corso del convegno “La fraternità e il governo delle città”, che ha assistito alla corposa riflessione di Antonio Maria Baggio, docente di Filosofia Politica all’Istituto Universitario Sophia e direttore della rivista “Nuova Umanità”, e di Luca Borzani, presidente di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, con il sindaco di Genova Marco Doria e Pasquale Boccia, presidente dell’Associazione “Città per la Fraternità” e sindaco di Rocca di Papa.
“Che sarebbe dell’Italia senza le città?” questa la domanda che ha attraversato i due giorni successivi.
Della città come “unità di comunità, laboratorio di partecipazione, costruttrice di comunità tra le città” ha parlato Mario Primicerio, Presidente della Fondazione La Pira. Nella città “il bene comune lo si può vedere come un tessuto. Ogni abitante ha il suo filo da tessere”. Da qui ne viene “un tessuto che copre la città e ne impedisce la costruzione di ghetti”, ha affermato Lucia Fronza Crepaz, del Movimento Umanità Nuova e già parlamentare.
Lo dimostravano le buone pratiche portate all’attenzione dei presenti. Come quella dei Movimenti Civici della Sicilia, con la determinazione di tanti cittadini finora lontani dalla politica a riappropriarsi in rete della loro responsabilità e della partecipazione alla gestione dei problemi comuni. Con la convinzione che le buone istituzioni dipendono da una buona società. Forte la testimonianza di una giornalista calabrese che per sostenere e documentare la cultura della legalità e le sue contraddizioni ha visto in pericolo la sua incolumità.
Si è guardato, con il contributo di Donata Borgonovo Re, docente di Diritto Pubblico all’Università di Trento, alle norme che consentono il drenaggio delle risorse in una città, con le sue sfide e le sue riposte. E si è visto all’opera nell’intervento di Mario Bruno, consigliere regionale della Sardegna, le potenzialità che si possono mettere in atto perché tutti insieme si valorizzi il territorio e possano veicolarsi dei suggerimenti agli amministratori.
Esempi “che mettono in luce un autentico servizio al bene comune, capace di suscitare la solidarietà, particolarmente nei momenti di emergenza o in tempi di crisi politica ed economica”, scrive nel suo messaggio al Convegno Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari. Con l’augurio “che il paradigma della fraternità, sempre più conosciuto e applicato nella comunità civile, nelle relazioni tra amministratori comunali e regionali, e tra varie città, possa affermarsi come prassi per i politici e per i cittadini nell’affrontare insieme le questioni cruciali dei centri urbani per trasformarli in piccoli bozzetti di umanità rinnovata”.
La sessione conclusiva “La città e la partecipazione, dal locale al globale”, arricchita dalla riflessione di Daniela Ropelato, docente di Scienza politica all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (in provincia di Firenze), dalla vitalità delle Scuole di partecipazione del Movimento politico per l’unità raccontata da Anna Marenchino e dal contributo di Fernando Lugli consulente per lo Sviluppo Locale all’Università di Bologna, ha posto la domanda sulla democrazia non come punto di arrivo ma come percorso, sulle esigenze della democrazia partecipativa, “democrazia intelligente”. Dall’incalzante dialogo tra pubblico e relatori ne sono venuti spunti e conferme convincenti, come quella portata dal sindaco di Putignano nel ricupero sociale, urbanistico e valoriale di uno dei quartieri più degradati della cittadina.
L’orizzonte della democrazia si è spalancato sull’urgenza di una fraternità che sia universale con gli interventi decisi di giovani del Congo e del Burundi e con l’esposizione convincente del progetto United World Project dei Giovani per un mondo unito.
La fraternità, questa la convinzione dei presenti, può diventare una categoria della politica, può contribuire a determinarne i contenuti, le priorità, il metodo e lo stile. Qualità fraterna per l’impegno politico dentro e fuori le istituzioni, dentro e fuori la rappresentanza dei partiti. Da Genova 2012 è partita una scommessa per l’Italia e oltre: “continuare a seminare fraternità”. Con fiducia. Guardando a “la città, le città”, processo necessario per la fraternità universale secondo la visione di Chiara Lubich, perché “una città non basta”.
Gli eventi sono stati organizzati, in collaborazione con il Comune di Genova, da Associazione Città per la Fraternità, Movimento Politico per l’Unità e Movimento Umanità Nuova, realtà del pensiero socio-politico contemporaneo che si ispirano al messaggio di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari scomparsa nel 2008. Un supporto organizzativo l’ha dato l’Associazione Igino Giordani del Levante Ligure. La Regione Liguria ha dato il suo patrocinio.