Verrò e lo curerò

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ROMA, lunedì, 3 dicembre 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Il tempo di Avvento si apre con la proclamazione gioiosa che la salvezza è offerta a tutti. L’accorrere dei popoli a Gerusalemme ha per scopo la conoscenza della volontà del Signore e il cambiamento radicale della condotta di vita. Sono le condizioni per accedere alla salvezza. Colui che sta per venire non deluderà la nostra attesa? La storia del centurione romano ci assicura in proposito: colui che viene è un “salvatore”, questo significa il suo nome “Gesù”, questa è la ragione della sua venuta fra noi e della sua Incarnazione.

Meditazione

Avvento: periodo di attesa. Chiediamoci se ripetiamo con reale convinzione queste parole. Siamo veramente persuasi di aver bisogno di salvezza e che il Signore può e vuole donarcela? Il dare le cose troppo per scontate finisce facilmente con lo svuotarle del loro significato, vanificandole. E si corre il rischio di restare estranei agli eventi che viviamo. Il Vangelo di oggi ci propone la fervente preghiera del Centurione. È la voce supplice di un pagano che implora la guarigione per il suo servo gravemente infermo. La preghiera acquista una particolare efficacia, quando è rivolta al Signore non per noi stessi, ma per un nostro fratello, ancor più se si tratta di un servo, a cui poco o nulla era dovuto a quei tempi. Dobbiamo prendere atto che, come il servo del centurione, anche noi siamo affetti da qualche forma di paralisi che ci tiene inchiodati in casa, chiusi nei nostri interessi ristretti, incapaci di spaziare. Prendere atto dei problemi che assillano la società, forse i vicini, o i nostri stessi familiari, è il primo indispensabile passo da fare. Quel «Verrò e lo guarirò»suonerà allora come un evento liberatore, verso cui tutto il nostro essere si protenderà. Il centurione mostra un bel senso di rispetto, è cosciente della sua indegnità: «Signore, io non sono degno…». Come avrebbe reagito all’annuncio del mistero eucaristico, in cui il Salvatore viene in noi e non soltanto a casa nostra? L’atteggiamento di rispetto e di umiltà di questo pagano è così bello che la Chiesa, facendoci ripetere le sue parole al momento della comunione, vuole che le facciamo nostre. Oggi, nella mia meditazione, mi chiederò: da quale forma di paralisi sono affetto? L’invito pressante della Parola di Dio – «Venite, saliamo» – riuscirà a scuotermi dal torpore e far sì che questo Avvento diventi realmente un cammino verso il Signore che viene?

Preghiera

Vieni, Signore Gesù, apri i miei occhi perché veda quanto di negativo si annida dentro di me e ti lasci entrare in casa mia quale mio Salvatore. Aiutami a fare mia l’affermazione di B. Pascal:«la grandezza dell’uomo sta in questo: che egli ha coscienza della propria miseria».

Agire

Oggi voglio vivere con intensità la partecipazione alla Messa. Il Signore viene in me e non solo nella mia casa.

Meditazione del giorno a cura di padre Celeste Cerroni, M.S. (Missionari de La Salette), tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione