Applicare gli insegnamenti del Concilio nella Chiesa del nostro tempo

In Polonia, un simposio dedicato al pensiero teologico e pastorale del Vaticano II

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di Don Mariusz Frukacz

CZESTOCHOWA, lunedì, 3 dicembre 2012 (ZENIT.org) – Il pensiero teologico e pastorale del Concilio Vaticano II e l’applicazione degli insegnamenti conciliari nella Chiesa del nostro tempo sono stati oggetto della riflessione scientifica che ha animato il simposio svoltosi il 1° dicembre presso il Seminario Maggiore di Czestochowa.

Organizzato dal Dipartimento di Częstochowa dell’Associazione Teologica in Polonia, l’evento ha visto la partecipazione anche dell’ultimo testimone polacco del Concilio Vaticano II: l’ex priore generale dei Padri Paolini, padre Jerzy Tomziński, del Santuario di Jasna Góra.

L’incontro è iniziato con la Santa Messa nella chiesa di Gesù Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote, presieduta dall’arcivescovo Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, che ha portato ai partecipanti il saluto e la benedizione di Benedetto XVI.

L’omelia è stata pronunciata, invece, da mons. Waclaw Depo, arcivescovo Metropolita di Czestochowa, che ha sottolineato che l’Anno della Fede “è occasione per riscoprire la verità scritta nei documenti del Concilio Vaticano II e nel Catechismo della Chiesa Cattolica”.

“Questi libri non sono un ‘museo’ o un ‘segno dei tempi passati’, ma una casa e una scuola della fede evangelica” ha aggiunto l’arcivescovo, rimarcando l’importanza del rapporto tra fede e ragione e della preghiera nella vita di ogni persona credente.

Successivamente, i partecipanti del simposio hanno ascoltato le presentazioni dei diversi temi dedicati ai documenti del Concilio Vaticano II. Sul tema “La vocazione della Chiesa e dell’uomo alla luce della Gaudium et Spes“, è intervenuto l’Arcivescovo Zimowski che ha dichiarato: “La missione della Chiesa è di continuare l’opera iniziata da Cristo”.

Il presidente del Dicastero per la Salute ha inoltre osservato che “la lettura del Vangelo durante il Concilio ha tenuto conto del contesto dei tempi moderni”. “La partecipazione dei fedeli nella realtà del mondo, è parte integrante della vocazione cristiana” ha detto, ricordando il principio dei Papi del Concilio, dal beato Giovanni XXIII fino a Benedetto XVI, secondo cui “la conoscenza di Dio porta alla conoscenza dell’uomo e la profonda conoscenza dell’uomo porta alla conoscenza di Dio”.

Ha preso poi la parola don Janusz Królikowski che riflettendo sul tema della “Rivelazione e obbedienza della fede alla luce della Dei Verbum”, ha affermato: “In tutti i documenti del Concilio Vaticano II troviamo un riferimento alla fede quale atto di obbedienza non passivo, ma profondo e attivo”.

È seguito l’intervento di don Teofil Siudy che ha introdotto il dibattito su “La dimensione mariana della Chiesa alla luce della Lumen gentium”, ponendo in luce due temi: “Maria, come prototipo della Chiesa”, e Maria, “Madre nell’ordine della grazia”. 

Nel simposio è stato presentato anche il tema della riforma postconciliare della liturgia eucaristica secondo le raccomandazioni contenute nella Costituzione Sacrosanctum Concilium illustrate da padre Piotr Polek.

Don Jerzy Bielecki, direttore del Dipartimento di Czestochowa dell’Associazione Teologica polacca, è intervenuto invece sul tema della responsabilità della Chiesa per l’educazione dei giovani secondo la Dichiarazione sull’Educazione Cristiana Gravissimum educationis. “Il tema fondamentale dell’educazione cristiana è l’uomo – ha detto don Bielecki -. Il punto di partenza è la dignità della persona umana e la dignità del Figlio di Dio”.

 “Il pericolo del nostro tempo – ha proseguito – è il relativismo e l’atteggiamento di permissivismo che nasce come conseguenza”. Ciò che serve oggi quindi all’educazione dei giovani sono “scuole cattoliche che costruiscano una antropologia cristiana”.

Al termine del simposio mons. Waclaw Depo ha puntato l’attenzione sull’attualità del decreto Inter Mirifica quale “slancio conciliare all’evangelizzazione attraverso i media”.

“Il Concilio ha offerto con il suo documento la dimensione personalistica della comunicazione sociale”  ha affermato l’arcivescovo di Czestochowa, ricordando le tesi principali del decreto. Ovvero: “la formazione della corretta ricezione dei mezzi di comunicazione; l’uso di principi morali nel lavoro nell’ambito dei mass media e la protezione dei giovani dall’influenza negativa dei media”.

Purtroppo, ha concluso, “oggi il mondo dei media è dominato dalla legge del mercato, piuttosto che dal primato dei principi morali. E questo porta al rischio dell’assenza della verità nel mondo della informazione. I media hanno bisogno di evangelizzazione, e per evangelizzarli la Chiesa deve esser presente nel mondo dei media”.

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ZENIT Staff

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