di Egidio Chiarella*
ROMA, sabato, 1 dicembre 2012 (ZENIT.org) – Mi ha fatto molto riflettere una meditazione di mons. Costantino di Bruno, a margine di questo passo del vangelo di Luca: “Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!”. Il teologo invitava a far nostra la verità di questo messaggio evangelico. Come? Vivendo la perfetta libertà dalle cose e dalle persone, usando le cose solo per amare le persone.
Persino il nostro corpo deve essere consegnato all’amore più grande, acquisendo una mentalità nuova che predilige il dare e il darsi per intero alla carità, anziché il ricevere. Mi sono subito chiesto se oggi potesse passare un appello così forte! Se fosse in grado di diventare patrimonio prezioso per un mondo distratto, che investe i suoi talenti su un relativismo esasperato.
Tutti sanno che la nostra società incita al trionfalismo delle conquiste terrene; incoraggia al possesso del meglio di quanto viene prodotto; forma al perfezionismo del corpo e di quanto serve per vestirlo. Come conciliare questa reale condizione, con richieste così apparentemente drastiche? È possibile farlo?
Il sacerdote continuava la sua riflessione, spiegando cosa significasse prepararsi; essere pronti; stare con la lampada accesa. La risposta a tutto questo rimane intera nel vivere sulla terra, come se questa non ci appartenesse, relazionandosi con sommo distacco. Essa non dovrebbe essere per noi una trappola che ci afferra spirito ed anima, tenendoli ancorati a sé.
Immagino a questo punto la reazione di molti! Ma noi cristiani possiamo essere tali, solo nelle funzioni solenni e quando ci battiamo il petto, magari con gli occhi chiusi? Il Vangelo è di una chiarezza e di una attualità che fa impressione! Per osservarlo non bisogna certo scappare nel deserto o chiudersi, visti i tempi, nell’attico all’ultimo piano, ma vivere la realtà, nella sua pienezza, alla luce della Parola rivelata.
Il ricco epulone non ha guadagnato l’inferno per le sue ricchezze, ma per non essersi accorto che accanto a sé vivesse Lazzaro, pieno di piaghe ed affamato, che avrebbe potuto sfamarsi anche con le briciole che si danno ai cani. Quante cose non vediamo o facciamo finta di ignorare? Quante volte con il superfluo potremmo salvare una famiglia?
Chi vive la Parola mai si potrà attaccare alla materia o alle persone, anche se possiederà mille cose e curerà innumerevoli relazioni. La vita, secondo il Vangelo, è la vera palestra della libertà cristiana. Mons. Di Bruno chiudeva infatti il suo pensiero, affermando che proprio la Parola ci obbliga ogni giorno di uscire da noi stessi e ad entrare nel mondo di Dio, che è carità, fede, ascolto, obbedienza, misericordia, compassione verso tutti.
Il vero cristiano fuggirà di sicuro da ogni egoismo e si immergerà in una carità universale, che è fondamento indispensabile per acquisire la vera libertà umana. Tutto ciò richiede un esercizio quotidiano non indifferente, dal momento che ogni giorno siamo tentati a rintanarci nelle nostre piccole manie di peccato e di vizio.
Anche oggi, come ieri e domani, è possibile essere pronti! Si viva, in ogni caso, con gioia e energia positiva la straordinarietà della vita. Il credente non potrà certo essere sintesi di opportunità somiglianti alla realtà cristiana. Chi crede è verità di Cristo! Senza se e senza ma! Con i piedi per terra e la mente nel cielo!
* Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, collabora con il Ministero dell’Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo La nuova primavera dei giovani.
Chi volesse contattarlo può scrivere al seguente indirizzo email: egidio.chiarella@libero.it