CITTA' DEL MESSICO, giovedì, 2 settembre 2010 (ZENIT.org).- Nel contesto delle celebrazioni del Bicentenario dell'Indipendenza del Messico e del Centenario della Rivoluzione Messicana, la Conferenza dell'Episcopato Messicano (CEM) ha presentato questo lunedì una Lettera Pastorale in cui i presuli condividono con il popolo messicano un esercizio di riflessione e discernimento realizzato per due anni attraverso varie attività.

“Vogliamo servire la Nazione collaborando alla costruzione di un progetto culturale partendo dalla fede, e vogliamo anche essere protagonisti, insieme a tutto il popolo del Messico, della costruzione di un futuro di speranza per il nostro Paese”, spiega il documento.

La Lettera dei Vescovi messicani sul Bicentenario dell'Indipendenza ha 72 pagine ed è divisa in tra parti.

Nella prima, “Uno sguardo alla propria storia partendo dalla fede”, raccoglie i fatti più significativi del passato e segnala che la vitalità della fede in Gesù Cristo è stata un elemento presente e dinamizzatore della costruzione graduale dell'identità messicana.

Le apparizioni della Madonna di Guadalupe, si legge, “hanno avuto un'eco profonda nel popolo nascente, sono state germe di riconciliazione e fraternità e hanno continuato ad essere presenti negli eventi storici più importanti del Messico”.

La presentazione della Lettera Pastorale è avvenuta presso il Polyforum Cultural Siqueiros, alla presenza di invitati speciali come Margarita Zavala, moglie del Presidente Felipe Calderón Hinojosa, e José Francisco Blake, Segretario di Governo.

Nella seconda parte della Lettera, intitolata “Servire la Nazione, collaborando alla costruzione di un progetto culturale a partire dalla fede”, il testo indica che il Messico non ha bisogno di “un progetto di Nazione”, ma di “un progetto al servizio della Nazione”, che privilegi l'anelito legittimo alla libertà e alla giustizia, l'ispirazione cristiana che esorta le persone a lottare a favore della promozione umana individuale e sociale con una prospettiva trascendente e un dialogo plurale con le ideologie che cercano anch'esse lo sviluppo umano.

La terza parte, “Protagonisti tutti, nella costruzione di un futuro di speranza”, la Lettera invita a “rinnovare la nostra consapevolezza sulla responsabilità che abbiamo di fronte alle sfide attuali”.

In questo senso, i Vescovi esprimono l'impegno di continuare a collaborare alla costruzione della Patria con rinnovato ardore, “convinti che tutti dobbiamo essere protagonisti degli avvenimenti e non solo spettatori”.

Propongono quindi di assumere tre priorità fondamentali nella via dello sviluppo del Messico come Nazione: “lotta frontale alla povertà, istruzione integrale e di qualità per tutti, lavorare per la riconciliazione, l'armonia e l'integrazione delle diverse componenti sociali”.

In particolare, i Vescovi sottolineano che la riconciliazione deve essere un servizio della Chiesa nella società, attraverso la testimonianza, il rispetto, il perdono e la valorizzazione degli altri, anche quando ci sono grandi differenze.

“A quanti cercano di seminare un senso di paura e di morte, mediante attività illecite e delinquenziali, mettendo a rischio tutto ciò che abbiamo raggiunto nel nostro cammino storico, come la libertà e le istituzioni democratiche, dobbiamo dire che l'autentica società messicana ripudia tutto ciò, e la Chiesa li esorta alla conversione che faccia ritrovare loro le vie del bene e della giustizia”.

“Il Messico è una grande Nazione con una storia e una vocazione provvidenziali, un Paese benedetto da Dio che deve proseguire il proprio cammino verso lo sviluppo, in collaborazione fraterna con le altre Nazioni del continente americano e del mondo intero”, conclude la Lettera Pastorale.

I Vescovi esortano infine a “ringraziare Dio per tutti i benefici che ha ricevuto la nostra Patria; a chiedere perdono per le infedeltà dei suoi membri; a chiedere grazia e creatività, nella carità, per promuovere insieme a tutti i messicani un vero sviluppo per il nostro Paese, e a unirsi in preghiera davanti a Nostra Signora di Guadalupe, 'Patrona della nostra Libertà'”.