Cardinale Erdö: “La natura non è senza padrone”

Al via il pellegrinaggio del Ccee con la Messa nella cattedrale di Esztergom

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di Chiara Santomiero

ESZTERGOM, giovedì, 2 settembre 2010 (ZENIT.org).- “La natura non è senza padrone, ma appartiene a Dio che la ama”: su questo, secondo il cardinale Peter Erdö, arcivescovo di Estztergom-Budapest e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), si fonda l’atteggiamento del cristiano verso l’ambiente.

La celebrazione eucaristica nella cattedrale di Esztergom, sede primaziale della Chiesa di Ungheria, ha segnato – il 1° settembre – l’inizio del pellegrinaggio verso il santuario austriaco di Mariazell dei vescovi e delegati delle Conferenze episcopali europee responsabili per la custodia del creato promosso dal Ccee. Obiettivo dell’iniziativa è una riflessione sul tema indicato da Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace 2010 “Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato”.

“Un pellegrinaggio – ha sottolineato padre Duarte da Cunha, segretario generale del Ccee all’inizio dei lavori – è un andare verso un incontro con Dio che unisce lo stupore per la bellezza di quanto si incontro sul cammino”.

Il santuario di Mariazell, per la sua collocazione al centro dell’Europa “è un punto di incontro tra est e ovest e l’occasione di ricordare che l’Europa, prima che un progetto politico, è una realtà di paesi che da secoli si incontrano e, purtroppo, si scontrano. Se costruiremo l’unità intorno a Dio, Egli darà forza ai nostri progetti”.

“Ungheria, Slovacchia ed Austria, i tre paesi attraverso i quali si articolerà il pellegrinaggio – ha spiegato ancora da Cunha – sono alcune delle nazioni europee dove si sta prestando una attenzione particolare ai temi dell’ambiente, sia a livello delle politiche nazionali che dell’impegno ecclesiale”.

La questione della cura del creato secondo il segretario del Ccee “è molto complessa, coinvolge presente e futuro, e ha bisogno del contributo di tutti. Essa richiede nuovi stili di vita per proteggere la natura e vivere in pace con l’ambiente”.

“La proposta della Chiesa – ha concluso da Cunha – è di guardare a questo tema partendo dall’uomo e da un’antropologia adeguata che tenga conto di tutte le dimensioni che lo costituiscono. Una ‘ecologia umana’ deve essere alla base del dialogo con tutti coloro che si preoccupano del rapporto con l’ambiente”.

L’atteggiamento verso l’ambiente si fonda su un dato culturale. Rispondendo a una domanda di ZENIT, durante l’incontro con i giornalisti che seguono il pellegrinaggio, il cardinale Erdö ha ricordato che “la questione ambientale si colloca in un contesto

più generale che è la crisi della cultura occidentale. Perchè dietro le culture c’è una visione del mondo. La comunità umana ha bisogno di collocare se stessa nel contesto del cosmo per trovare le regole di un comportamento ragionevole”.

“Senza una visione del mondo più o meno comune – ha aggiunto Erdö –, non una sola visione, ma un minimo comune denominatore oggettivamente condiviso dalla maggioranza della società, non possiamo neanche stabilire regole di comportamento perchè il diritto non basta”. Infatti “il diritto senza moralità non può funzionare, perchè non può prescindere dalla necessità di una osservanza spontanea delle leggi”.

“Esiste – ha affermato Erdö – un’utopia post-moderna da prendere sul serio e cioè che la regolamentazione del comportamento umano che è basata sul diritto e sulla morale possa essere sostituita da un altro insieme costituito da manipolazione, attraverso i mass media o anche pratiche genetiche, e sofisticate tecniche elettroniche di controllo del comportamento umano”.

Tuttavia, ha continuato il porporato, “è sempre necessaria la persona per dare orientamento a qualsiasi tecnica. Occorre una accresciuta responsabilità per individuare i profili di moralità che comportano le novità apportate dalla scienza, oltre alla necessità della loro regolamentazione giuridica”.

Si tratta di un cammino ancora da compiere ma “se il soggettivismo senza limiti dominante in una certa cultura non ci consente di avere una visione di insieme del mondo in cui viviamo, non potremo avvertire la nostra responsabilità verso l’ambiente”.

“Continueremo ad essere concentrati – ha affermato Erdö – sul ‘feeling’, sul come io mi sento in questo momento. Senza domani nè ieri, esiste solo il momento presente nel quale il contesto non ha nè valore nè senso”.

“Io sono molto ottimista – ha affermato il cardinale di Budapest – perchè penso che la nostra cultura non sia morta e che riusciremo a trovare una visione d’insieme su questo punto”.

Una visione “molto umile, consapevole che noi non siamo nè saremo capaci mai di conoscere tutto il funzionamento di tutto il mondo, ma questo non ci impedisce di avvertirne la responsabilità”.

“Se crediamo in Dio creatore e proprietario di questo mondo – ha concluso Erdö -, crediamo nella sua provvidenza. Dio ci aiuterà anche nel rispetto verso la sua creatura”.

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ZENIT Staff

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