FARGO (North Dakota, Stati Uniti), martedì, 18 novembre 2008 (ZENIT.org).- I prossimi mesi saranno un banco di prova importante per i cattolici statunitensi sul fronte della lotta per il diritto fondamentale alla vita, e richiederanno ai sacerdoti un lavoro instancabile nel far conoscere meglio l’insegnamento della Chiesa.
E’ quanto ha detto monsignor Samuel Aquila, Vescovo di Fargo, in un editoriale scritto per il numero di novembre di New Earth, il suo giornale diocesano.
Il presule si è congratulato con il Presidente eletto Barack Obama e gli ha assicurato le sue preghiere per “la conversione del suo cuore e della sua mente così che riconosca la dignità della vita umana dal momento del concepimento fino alla morte naturale e la verità per cui nessun Governo ha il diritto di legalizzare l’aborto”.
Nel constatare la schiacciante vittoria di Obama e il suo sostegno pubblico al Freedom of Choice Act, il presule ha notato che il Presidente eletto si oppone alla posizione della Chiesa cattolica. “A un livello puramente politico, non è d’accordo neanche con la maggior parte degli Americani, che vuole almeno dei limiti all’aborto”, ha aggiunto.
“La Chiesa, e in particolare i Vescovi e i sacerdoti, avranno bisogno di far conoscere l’insegnamento della Chiesa a ogni cattolico”.
Un insegnamento chiaro
Il Vescovo Aquila dice di aver ricevuto delle lettere che esprimono il desiderio di un insegnamento più esplicito e chiaro sull’aborto. “I cattolici devono promuovere il Vangelo della Vita e capire, come Papa Benedetto XVI e i suoi predecessori hanno osservato in modo definitivo e chiaro, che la questione della legalità morale dell’aborto non è negoziabile. E’ sempre e ovunque sbagliato, e questa verità morale deve essere contenuta nel diritto di ogni società civile”.
Il presule ha anche affrontato i fraintendimenti circa il ruolo di un cattolico di fronte all’aborto. “L’aborto è un male intrinseco”, ha spiegato, “il che significa che in nessuna circostanza è permesso o può essere sostenuto, anche se è in vista di un obiettivo positivo”.
Allo stesso modo, ha ribadito il messaggio di altri Vescovi statunitensi sull’importanza centrale della questione della vita umana tra le molte altre questioni politiche da mettere sulla bilancia.
La fede nella politica
Il Vescovo ha parlato anche delle incomprensioni circa il rapporto tra Chiesa e Stato, e in particolare di come ogni cattolico sia chiamato a vivere la sua fede nella vita quotidiana e nelle decisioni politiche.
A questo proposito, ha lamentato la rimozione dei “valori religiosi e morali dalla sfera pubblica”, osservando che “alcuni cattolici nella separazione della loro fede dalle decisioni nell’ordine politico abbandonano Dio e abbracciano l’ateismo secolare”.
“Abbandonare la verità si oppone in modo diretto sia ai nostri ideali come cristiani che ai principi di base del nostro Paese come espressi nella Dichiarazione d’Indipendenza, che riconosce le ‘leggi del Dio della natura’ e ‘il Creatore’”.
Il presule ha citato il primo Presidente della Nazione, George Washington, affermando che “la religione e la moralità sono supporti indispensabili di tutte le disposizioni e di tutti gli abiti che portano alla prosperità politica”.
Basandosi su questi ideali dei padri fondatori, così come sugli insegnamenti della Chiesa, il Vescovo Aquila ha esortato i cattolici a vivere realmente la loro fede: “L’essere fedeli alla chiamata e alla missione affidataci da Dio non può mai limitarsi al culto domenicale, ma richiede la donazione di tutta la nostra vita”.
“Se siamo fedeli cattolici, tutto ciò che facciamo sarà influenzato dal nostro rapporto con Dio, dalla sua verità, dal suo amore e dalla sua costante ispirazione. Se separiamo la bellezza e le verità relative alla vita umana dalle leggi della nostra Nazione, sminuiamo la nostra società”.