WASHINGTON, D.C., giovedì, 6 novembre 2008 (ZENIT.org).- Pregare per il Presidente eletto e per la Nazione: è questo il messaggio lanciato dall'Arcivescovo Donald Wuerl ai fedeli di Washington, la capitale degli Stati Uniti.

"Offriamo oggi le nostre preghiere per la nostra Nazione e per i nostri leader appena eletti, incluso il Presidente Obama, nel momento in cui assumono le loro responsabilità", ha affermato l'Arcivescovo di Washington il giorno dopo la vittoria di Barack Obama alle elezioni presidenziali contro il senatore dell'Arizona John McCain.


Il presule ha riconosciuto il "momento storico" dell'elezione del primo afroamericano alla Presidenza, e ha detto di gioire "con il resto della nostra Nazione per il senso di questo momento".

L'Arcivescovo Wuerl ha espresso il desiderio che i nuovi leader "siano guidati nelle loro decisioni da saggezza e compassione".

Ribadendo un tema che suscita la preoccupazione di più di 50 leader delle Diocesi, espressa nella campagna elettorale con dichiarazioni pubbliche a favore della difesa della vita dei concepiti, l'Arcivescovo ha affermato che spera di riscontrare nella nuova amministrazione "un profondo rispetto e impegno per la santità e la dignità di ogni vita umana e il sostegno per i più vulnerabili tra noi".

Una voce nuova

Il Vescovo William Murphy di Rockville Centre, New York, ha commentato le elezioni definendole un "momento storico" nella storia degli Stati Uniti.

In alcuni commenti alla "Radio Vaticana", ha definito Barack Obama un "uomo intelligente" capace di "promuovere un gruppo con il suo punto di vista".

"Sotto molti aspetti, questa Nazione è stanca e vuole una voce nuova, e penso che egli risponda bene a questo desiderio", ha osservato.

Il Vescovo Murphy ha riconosciuto che la questione dell'aborto è una "sfida fondamentale" per questo Presidente, che secondo lui è "non pro-choice, ma pro-aborto".

Il presule ha sottolineato "l'orrore di 40 o 50 milioni di bambini abortiti" e ha affermato che la Nazione ha "sistematicamente escluso un'intera porzione della nostra cittadinanza dal godimento del diritto alla vita".

"E' una macchia estremamente scura sulla Nazione americana e contraddice ciò che affermiamo che sia - un popolo per cui la libertà, la giustizia e la ricerca della felicità, basate sulla vita, sono permesse, sono date a ciascuno".

Non dando ai concepiti il diritto di vivere, "non stiamo vivendo ciò che diciamo di essere", ha aggiunto.

Quanto a Obama, il Vescovo Murphy ha affermato che la posizione del Presidente eletto contro la vita è "molto chiara" e che "i Vescovi lo esorteranno a ripensarci".

"Gli chiederemo di non provocare altre divisioni culturali su questo argomento fondamentale", dichiara.

Allo stesso modo, i presuli esorteranno il Presidente a "riflettere il sentimento diffuso per cui l'aborto non è una cosa positiva in sé perché uccide bambini e non è positiva per il nostro Paese perché incide sulla base di una buona società".

Tener fede alla speranza

I Vescovi di San Antonio (Texas) hanno chiesto ai fedeli di pregare per una cultura della vita.

In un messaggio inserito sul sito web diocesano, l'Arcivescovo José H. Gomez e il Vescovo ausiliare Oscar Cantú hanno sottolineato il numero record di votanti che si sono recati alle urne per eleggere il primo Presidente afroamericano.

"Preghiamo perché Dio gli doni la saggezza e la compassione che aiuteranno a modellare una cultura della vita in questo Paese e perché possa volgersi verso politiche che proteggano i più vulnerabili", hanno auspicato.

Discorso al Papa di Seyyed Hossein Nasr

ROMA, giovedì, 6 novembre 2008 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito la traduzione de “L’Osservatore Romano” del discorso rivolto questo giovedì al Papa da Seyyed Hossein Nasr in occasione dell’udienza ai partecipanti al Seminario del Forum cattolico-musulmano.

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