CITTA' DEL VATICANO, domenica, 25 maggio 2008 (ZENIT.org).- I Santi Cirillo e Metodio ci ricordano che il Vangelo contribuisce all'edificazione della società, nella ricerca del bene comune, e al patrimonio culturale di un popolo, ha detto questo sabato Benedetto XVI.

E' quanto ha affermato il Papa nel ricevere separatamente in udienza le delegazioni civili e religiose ortodosse della Bulgaria e della Macedonia, in occasione della festa dei due Santi vissuti nel IX sec. che gettarono con la loro predicazione in terra slava le basi di “un’amichevole convivenza tra i popoli”.

La festa dei santi Cirillo e Metodio, i due fratelli originari della Tessalonica (attuale Salonicco, Grecia), proclamati patroni d'Europa insieme a San Benedetto abate, il 31 dicembre del 1980 da Giovanni Paolo II con la lettera apostolica "Egregiae virtutis”, cade secondo il calendario ortodosso il 24 maggio. La Chiesa latina celebra invece la loro memoria liturgica il 14 febbraio.

Parlando alla delegazione ortodossa proveniente dalla Bulgaria e guidata dal signor Ivajlo Kalfin, Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri del Paese, il Papa ha detto che “il Vangelo [...] non indebolisce quanto di autentico si trova nelle diverse tradizioni culturali, ma aiuta l’uomo di tutti i tempi a riconoscere e a realizzare il bene autentico, illuminato dallo splendore della verità”.

“Compito pertanto dei cristiani – ha poi avvertito – è di mantenere e rinsaldare l’intrinseco legame esistente tra il Vangelo, la missione dei discepoli di Cristo e la loro rispettiva identità culturale”.

A questo proposito, “riscoprire le radici cristiane è importante per contribuire a costruire una società in cui siano presenti i valori spirituali e culturali che scaturiscono dal Vangelo”.

Per questo all’opera di evangelizzazione, ha asserito il Papa, “occorre continuare a guardare ancor oggi perché costituisce un modello di inculturazione della fede, nei suoi elementi essenziali, pure nell’epoca postmoderna”.

Rivolgendosi invece alla delegazione guidata dal signor Nikola Gruevski, Presidente del Governo della Repubblica di Macedonia, il Pontefice ha osservato che la “luminosa testimonianza spirituale” dei due santi ci “indica una verità perenne da riscoprire sempre più: solo cioè a partire da Dio la speranza può diventare affidabile e sicura”.

“Questa speranza – ha poi continuato – diventa realtà tangibile quando le persone di buona volontà in ogni parte del mondo, [...] imitando l’esempio di Gesù e fedeli al suo insegnamento, si dedicano senza sosta a porre le basi dell’amichevole convivenza tra i popoli, nel rispetto dei diritti di ciascuno e ricercando il bene di tutti”.

Infine, Benedetto XVI ha concluso auspicando che, sull’esempio dei due copatroni d’Europa, i “vincoli d’amicizia” tra la Chiesa cattolica e la Macedonia, così come quelli con la Bulgaria, diventino sempre più "fraterni e solidali".