Perché il primo Papa gesuita ha scelto di chiamarsi come il fondatore dei Frati Minori?

La Cappella dedicata al Poverello d’Assisi nella Chiesa del Gesù rivela la profonda affinità tra la spiritualità di San Francesco e Sant’Ignazio, che oggi costituisce il programma e lo stile di vita del Pontefice

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È passato un anno da quando, quella sera del 13 marzo, il cardinale protodiacono Jean-Louis Tauran si è affacciato dalla loggia centrale di San Pietro e ha annunciato al mondo l’ascesa al soglio di Pietro del Cardinale Jorge Mario Bergoglio. Già col solo annuncio, l’arcivescovo di Buenos Airese aveva raggiunto diversi “primati”: primo Papa latino-americano, primo gesuita a diventare Vescovo di Roma e primo Pontefice che si è dato il nome di Francesco.

È su questo ultimo “primato” che vorremmo soffermare la nostra attenzione. Perché il primo Papa gesuita ha scelto di chiamarsi come il fondatore dei Frati Minori? È stato lo stesso Pontefice a darne la spiegazione, durante il primo incontro con i giornalisti, avvenuto qualche giorno dopo la sua elezione. Il Papa spiegò come il nome di Francesco gli sia venuto in mente dopo che, ad elezione appena avvenuta, il confratello cardinale Hummes gli disse: “Non dimenticarti dei poveri”. Fu così che al cardinale Bergoglio, per associazione di idee, venne subito in mente il nome di Francesco.

Ma un’ulteriore spiegazione può venire visitando un luogo nel pieno centro di Roma: la Chiesa del Gesù. Questo tempio è assai caro ad ogni membro della Compagnia di Gesù, poiché qui giacciono le spoglie mortali di Ignazio, che, fra l’altro, visse in delle stanze attigue alla chiesa, ambienti che sono oggi aperti al pubblico.

All’interno di questo maestoso edificio, si trova una piccola cappella, oggi dedicata al Sacro Cuore, ma che in origine era dedicata proprio a San Francesco. Infatti nel XVI secolo Francesco Borgia, terzo preposito generale della Compagnia di Gesù, fece costruire una cappella in onore del santo del quale portava il nome e la fece abbellire con delle tele, opera degli artisti Giuseppe Paniz e Paolo Bril, nelle quali vengono raffigurate alcune scene della vita del Poverello d’Assisi.

Borgia commissionò questo ciclo pittorico francescano non solo per “omonimia”, ma perché fra il fondatore dei Frati Minori e quello dei Gesuiti ci sono delle palesi somiglianze. Se, per esempio, osserviamo la tela nella quale San Francesco si spoglia e rinuncia ai suoi beni, possiamo dire che anche Ignazio fece la stessa scelta di seguire Gesù nella via della povertà. Inoltre Ignazio, proprio come Francesco, prima di convertirsi, era un cavaliere.

Anche la scena che raffigura San Francesco davanti al Sultano, si presta ad essere in parallelo con l’opera di Ignazio: il suo ordine, come quello francescano, sarà innanzitutto missionario e si spingerà nei luoghi più lontani per annunciare il vangelo. In conclusione possiamo quindi dire che la spiritualità di Ignazio è molto affine a quella di Francesco ed è la stessa che oggi costituisce il programma e lo stile di vita di Papa Francesco.

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Nicola Rosetti

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