ONU: sì alla protezione della famiglia

L’Italia vota contro, come tra gli altri USA, Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Germania, Giappone, Corea e Cile, dopo la bocciatura di un emendamento per l’inclusione nella risoluzione di altri tipi di unione

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Per una volta ecco una notizia di per sé sorprendente e positiva che giunge dall’ONU. Riunito a Ginevra per la sua ventiseiesima sessione, il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha approvato il 25 giugno con 26 sì, 14 no e 6 astensioni una risoluzione per la “Protezione della famiglia” anche in relazione al ventesimo anniversario dell’Anno internazionale della stessa.

Nel documento si riafferma che “la famiglia è l’elemento naturale e fondamentale della società e che essa ha diritto alla protezione della società e dello Stato”, decidendo di organizzare una tavola rotonda sull’argomento nella prossima sessione. Il Consiglio dei diritti umani dell’ONU, istituito nel 2006, comprende 47 membri, eletti con voto segreto dall’Assemblea generale: 13 di Stati dell’Africa, 13 dell’Asia, 8 dell’America latina e Caraibi, 6 dell’Europa orientale, 7 dell’Europa occidentale e altri Stati. L’Italia, in Consiglio per il triennio 2011-14, è rappresentata dall’ambasciatore Maurizio Enrico Serra. 

L’approvazione della risoluzione, presentata da 28 Stati membri dell’Assemblea generale dell’Onu, è stata travagliata. E’ da diversi mesi che si cercava da varie parti di ‘ammorbidirne’ il testo con l’intenzione di includervi la citazione di tipi di unione diversi da quello della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna e tesa alla procreazione dei figli. Tentativi ‘aperturisti’ falliti, compreso l’ultimo, espresso nell’emendamento illustrato in sede di discussione plenaria dall’Uruguay. Respinto l’emendamento, non restava che il voto finale. Anche lì, però, è andata buca a gran dispetto della nota lobby.

Dopo che l’Egitto aveva illustrato i contenuti della risoluzione (vedi sotto per i dettagli), sono intervenuti altri due Stati co-autori del testo: come constatiamo dal testo in francese sul sito delle Nazioni Unite, la Sierra Leone ha evidenziato che “la famiglia è importante per promuovere un ordine sociale giusto”, mentre che per la Costa d’Avorio “una delle priorità del governo ivoriano è stata quella di ricostruire l’unità delle famiglie”, sconvolta dalla nota e grave crisi. Respinto l’emendamento pro-altri tipi di unione illustrato dall’Uruguay, che la Russia considerava pericoloso per l’equilibrio del testo originario, la Gran Bretagna è intervenuta per ammonire che il Consiglio “non avrebbe dovuto prestare ascolto agli argomenti di coloro che vogliono imporre un modello unico di famiglia”. Sulla linea della Gran Bretagna anche gli Stati Uniti, la Germania (in particolare perché nel testo non si parla di violazioni dei diritti dell’uomo commessi dentro la famiglia), la Francia, il Brasile, il Cile, l’Irlanda, l’Austria (in nome dell’Unione europea), l’Argentina. In difesa della risoluzione hanno preso la parola India, Vietnam (“Buone famiglie fanno una buona società”), Algeria (“La risoluzione esprime un messaggio e una presa di coscienza sul ruolo della cellula familiare e costituisce una ‘prima’ in seno al Consiglio”), l’Arabia Saudita.

Poi il voto finale del Consiglio (il risultato è stato salutato con un grande applauso dai sostenitori della risoluzione). 26 gli Stati per la risoluzione a favore della famiglia: Africa del Sud, Algeria, Arabia Saudita, Benin, Botswana, Burkina Faso, Cina, Congo, Costa d’Avorio, Emirati arabi uniti, Etiopia, Federazione russa, Gabon, India, Indonesia, Kazakhistan, Kenia, Kuweit, Maldive, Marocco, Namibia, Pakistan, Filippine, Sierra Leone, Venezuela e Vietnam.

14 gli Stati contrari alla risoluzione a favore della famiglia: Germania, Austria, Cile, Estonia, Stati Uniti, Francia, Irlanda, Italia, Giappone, Montenegro, Repubblica di Corea, Repubblica ceca, Romania, Gran Bretagna.

6 gli astenuti: Argentina, Brasile, Costa Rica, Ex-Repubblica jugoslava di Macedonia, Messico, Perù.

In sintesi: per il sì si sono pronunciati tutti i Paesi africani e il blocco arabo; gli Stati asiatici (compresi Cina, India e Filippine) ad eccezione della Corea e del Giappone; un solo Stato latino-americano, il Venezuela (può sorprendere, ma è così); la Russia con l’ex-repubblica sovietica del Kazakhistan a cavallo tra Europa e Asia.

Per il ‘no’ quasi tutti gli Stati europei facenti parte del Consiglio, insieme con gli Stati Uniti; due Stati asiatici (Corea e Giappone), uno Stato latino-americano, il Cile.

Astenuti: 5 stati latino-americani e l’europea Macedonia.

Interessante, no? Da una parte in sostanza Africa, Paesi arabi, larga parte dell’Asia e una Russia che non teme di passare per ‘oscurantista’. Dall’altra Europa, Stati Uniti, Giappone e Corea. In mezzo l’America latina, ormai in parte ben secolarizzata.

Vediamo allora nei dettagli – traducendo dal francese – i contenuti (devono essere tremendamente sovversivi…) della risoluzione “Protezione della famiglia” adottata dalla maggioranza del Consiglio per i diritti umani e avversata dal fior fiore del ‘progressismo’ statunitense ed europeo (vestito di colori diversi) e perfino dall’Italia di Renzi (Ndr: come dice l’articolo 29 della Costituzione italiana?).

“Il Consiglio dei diritti umani,

Riaffermando gli obiettivi e i principi della Carta delle Nazioni Unite,

Ispirandosi della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo  (…)

Ricordando le risoluzioni 244/82 dell’8 dicembre 1989 (….) concernenti la proclamazione, la preparazione e la celebrazione dell’Anno internazionale della famiglia e dei suoi decimo e ventesimo anniversario,

Considerando che la preparazione e la celebrazione del ventesimo anniversario dell’Anno internazionale della famiglia sono una buona occasione di porre l’attenzione ancora una volta sui suoi obiettivi al fine di accrescere la cooperazione a ogni livello quanto alle questioni relative alla famiglia (…)

Riaffermando che incombe in primo luogo agli Stati di promuovere e proteggere i diritti dell’uomo e le libertà fondamentali di tutti gli esseri umani, in particolare delle donne, dei bambini e degli anziani,

Cosciente che spetta alla famiglia in primo luogo allevare e proteggere i bambini e che essi, per poter raggiungere una completa e armoniosa maturazione della loro personalità, devono crescere in un quadro familiare e in un’atmosfera di felicità, amore e comprensione,

Convinto che la famiglia, unità fondamentale della società e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei bambini, deve ricevere la protezione e l’assistenza di cui ha bisogno per poter assumere in pieno il suo ruolo nella comunità, 

Riaffermando che la famiglia è l’elemento naturale e fondamentale della società e che essa ha diritto alla protezione della società e dello Stato, 

Decide di organizzare, nella sua ventisettesima sessione, una tavola rotonda sulla protezione della famiglia e dei suoi membri (…);

Domanda all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo di consultare gli Stati e l’insieme delle parti coinvolte (…) al fine di assicurare la loro partecipazione alla tavola rotonda;

Domanda nel contempo all’Alto Commissario di redigere un rapporto riassumendo le discussioni della tavola rotonda e di sottoporgliela nella ventottesima sessione;

Decide di continuare a interessarsi dell’argomento”.

Questo il testo. Chissà che cosa conteneva di ‘politicamente scorretto’ per non votarlo?

***

Fonte: http://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/395-onu-diritti-umani-si-alla-protezione-della-famiglia.html

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Giuseppe Rusconi

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