Liberi per credere

La persecuzione dei cristiani nel mondo

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Il Centro Culturale Cattolico San Benedetto in collaborazione con il Centro Culturale S. Protaso e il Centro Culturale Don Calori hanno organizzato come primo incontro sul tema della libertà di religione legato all’anno costantiniano e alla ricorrenza dell’editto di Milano del 313 una serata dal titolo “Liberi per credere – La persecuzione dei cristiani nel mondo” alla quale è intervenuto Massimo Introvigne, storico e sociologo. Paolo Tanduo, presidente del CCC San Benedetto, ha introdotto la serata facendo riferimento al tema della libertà di religione riconosciuta nel 313 da Costantino citando il Cardinale Scola “In un certo senso, con l’Editto di Milano emergono per la prima volta nella storia le due dimensioni che oggi chiamiamo “libertà religiosa” e “laicità dello Stato”. Sono due aspetti decisivi per la buona organizzazione della società politica” (Card Scola 6 dicembre 2012) L’editto non è solo una dichiarazione di tolleranza ma permette la libera scelta della religione ed è oggi un tema attualissimo e lo si vede dalle cronache che provengono da tutto il mondo sulle persecuzioni dei cristiani nel mondo sia in Oriente Asia e Africa dove le persecuzioni sono anche fisiche sia in Occidente “ oggi nelle società civili occidentali, soprattutto europee, le divisioni più profonde sono quelle tra cultura secolarista e fenomeno religioso, e non – come spesso invece erroneamente si pensa – tra credenti di diverse fedi. Misconoscendo questo dato, la giusta e necessaria aconfessionalità dello Stato ha finito per dissimulare, sotto l’idea di “neutralità”, il sostegno dello Stato ad una visione del mondo che poggia sull’idea secolare e senza Dio”. (Card Scola del 6 dicembre 2012).

Il dottor Introvigne comincia a fare una panoramica della situazione dei cristiani partendo dall’attualità legata dalla guerra appena scoppiata in Mali, che per molti è risultata un po’ improvvisa ma che invece dice per gli esperti era una bomba ad orologeria. Già nell’incontro a Roma dell’osservatorio sulle libertà di religione parlando dei 10000 cristiani uccisi in Nigeria negli ultimi 10 anni si era legata la situazione in Nigeria a quella del Mali affermando che senza risolvere il problema del Mali anche la situazione della Nigeria sarebbe peggiorata perché dopo la caduta di Gheddafi in Libia il nord del Mali era caduto sotto il controllo dei gruppi islamisti legati ad Al Qaeda che hanno conquistato Timbuctu. Questi stessi gruppi terroristici dice Introvigne forniscono appoggi militari, logistici e anche di indottrinamento per i gruppi che operano in Nigeria. L’attuale conflitto in Mali potrebbe avere due differenti sviluppi o quello limitato ad impedire che Al Qaeda conquisti il sud del Mali oppure quello più impegnativo di riconquistare il nord del Mali.

La differenza principale tra gli eserciti regolari e i gruppi terroristici è che questi ultimi non temono la morte, finché non si sradica Al Qaeda dalla Somalia e dal Mali da questi territori continueranno a partire offensive anche contro i cristiani. In Africa i cristiani hanno superato di numero i mussulmani e per gli estremisti islamici questo è uno scandalo e quindi l’obbiettivo è eliminare i cristiani dalle zone di maggioranza musulmana il che rende popolare la causa di Al Qaeda , una pulizia religiosa contro i cristiani in Nigeria e Somalia e in altre zone come il Kenya.

Questa persecuzione sanguinosa non si ha solo in Africa se si pensa che l’80% delle persone uccise per causa della loro religione ad oggi nel mondo sono cristiani. Il Cristianesimo si stima abbia avuto 70 milioni di martiri di cui 45 milioni nel XX secolo soprattutto sotto il comunismo. Dal 2000 al 2010 i martiri cristiani sono 150000 all’anno e secondo i dati OCSE muore un cristiano ogni 5 minuti.

Ma chi sono i responsabili di queste morti?

I cristiani muoiono per l’ultrafondamentalismo islamico anche se in Libano il papa ha ricordato che non tutto l’islam perseguita i cristiani esistono frange estremiste. Per esempio ci sono islamisti che vogliono limitare i diritti dei cristiani e che non vogliono che votino, questi non sempre sono però favorevoli ad ucciderli. Altri come Al Qaeda e altri gruppi invece uccidono i cristiani con efferati omicidi.

I cristiani muoiono per cattive leggi come quella del delitto d’onore che nel mondo islamico è legato all’adulterio e alla conversione dall’islam al cristianesimo. In Marocco l’apostasia non è più un reato per lo Stato ma rimane nella cultura, poi ci sono le leggi dell’apostasia e della blasfemia come in Pakistan dove Asia Bibi è in prigione e dove Bhatti è stato ucciso per difenderla e per voler cambiare la legge. Infatti la legge sulla blasfemia è applicata per ogni forma di messa in discussione dell’islam. Benedetto XVI è tra i pochi che si batte per cambiare questa legge e lasciare spazio alla diplomazia perché in Pakistan nella stessa situazione si trovano altre 35 persone.

I comunisti della Nord Corea sono considerati i più feroci persecutori dei cristiani avendone uccisi 300.000 dati provenienti da esuli e da immagini aeree delle aree cristiane ormai spopolate .

In Cina manca la libertà di religione, solo le organizzazioni patriottiche con vescovi scelti dal partito comunista cinese sono riconosciuti, la chiesa fedele al papa è invece clandestina e i suoi vescovi sono incarcerati. Ci sono però contatti tra le due chiese e alcuni vescovi patriottici si sono pentiti e sono stati riconosciuti dal papa, alcuni vescovi clandestini invece sono morti nei laogai.

I cristiani muoiono per il nazionalismo presente in alcuni paesi come gli indù in India e i buddisti in Thailandia dove alcuni gruppi pensano che l’indiano deve essere indù e il thailandase deve essere buddista. In Orissa ogni settimana i sacerdoti sono aggrediti o bruciati, le suore stuprate e i catechisti uccisi.

Un altro problema, sottolineato anche dal cardinale Scola nel discorso del 6 dicembre, è per Introvigne l’ostilità culturale e giuridica in Occidente anche se non la si può mettere sullo stesso piano con la morte dei cristiani in Africa. La discriminazione e l’intolleranza in Occidente rappresentano però un piano inclinato per una cultura violenta contro il Cristianesimo.

In questi giorni la Corte Europea dei diritti dell’uomo, che non fa parte dell’UE, e poi anche la Grande Chambre hanno stabilito a favore della libertà di religione che un addetta al check-in della British Airways di religione copta licenziata perché portava un crocefisso fosse riassunta , anche se su pressione di giuristi la British Airways aveva già cambiato le regole riassumendola ma il ricorso era atteso come riferimento legislativo . Ma ci sono anche sentenze contrarie come quella di un’infermiera licenziata per la stessa ragione che ha perso il ricorso perché il crocefisso è stato considerato pericoloso per infezioni ai pazienti.

In Gran Bretagna non c’è il matrimonio omosessuale (per ora) ma il civil partnership molto simile e un pubblico ufficiale cristiano che si è rifiutato di celebrarlo ed è stato licenziato e ha perso tutti i ricorsi, episodi come questo sono successi anche in Canada e USA. Si attacca l’obiezione di coscienza muro difensivo della libertà di religione.

Altri casi in attesa delle sentenze di riesame dei giudici europei riguardano un associazione di sindacati di preti in Romania che non hanno ricevuto status giuridico e quindi la Chiesa di Romania è stata condannata, ma per il Vaticano è grave che i giudici vogliono metter voce sulle relazioni tra i sacerdoti e la loro gerarchia . Un altro esempio è l’ora di religione in Spagna dove un ex prete insegnate contesta le posizioni della Chiesa la quale attraverso il vescovo lo licenzia e il ricorso dell’insegnate perso in Spagna è ora in attesa di giudizio alla Grand Chambre.

Questi due casi evidenziano come detto anche dal Vaticano che i rapporti tra la Chiesa o i suoi Vescovi e i suoi fede
li non vanno regolati da dei giudici o dallo Stato. Lo Stato nella vita delle organizzazioni religiose deve entrare solo nel caso di crimini, abusi e truffe e non per problemi teologici , in caso di contrasto deve rimanere la libertà di abbandonare l’organizzazione e deve rimanere per ogni gruppo la libertà e il diritto di decidere chi ne fa parte o no. Quindi sui casi di scomunica o espulsione non deve intervenire il giudice a decretare se la decisone è giusta o no.

In USA la riforma sanitaria obbliga il datore di lavoro a pagare prestazioni sanitarie tra le quali l’aborto costringendo così un datore di lavoro cattolico a finanziare l’aborto creando quindi un problema di coscienza e di libertà di religione.

Uno Stato laicista e giudici che attaccano la libertà di religione sono un problema serio , e dove come in UE non si tutela la libertà di religione all’interno della UE stessa così non si farà molto per la tutela dei cristiani e contro la loro persecuzione nel mondo.

Oltre la persecuzione dei cristiani (80% del totale dei casi di persecuzione) esistono anche episodi di persecuzioni operate da cristiani e più significativi la persecuzioni tra sunniti e sciiiti , ma in ogni caso sul fenomeno assolutamente maggioritario della persecuzione di cristiani nel mondo c’è un silenzio dei media. Certo la Chiesa non gode di appoggi dei media per le sue posizioni sui temi etici che le inimiciziano varie lobby. Ma anche i cristiani si devono impegnare per far si che della persecuzione dei loro fratelli si venga a conoscenza e si prenda la loro difesa, e possono farlo sui social network, su internet ma anche incontri culturali come quello di stasera nelle parrocchie e nei centri culturali . Un proverbio bavarese detto da Benedetto XVI dice quando c’è buio o si maledice la tenebra o si accendono tante lucine, una l’abbiamo accesa stasera.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione