Lettura

Il testo di Isaìa, a conclusione della seconda parte del libro del profeta, ci attesta l’efficacia e l’operosità della Parola di Dio, che, come la pioggia, fa germogliare la terra, fino alla produzione del grano e quindi al dono del cibo (pane) da mangiare. Siamo preparati alle caratteristiche del pregare credente: al come pregare e a che cosa chiedere. 

Meditazione

Nel cuore del discorso della montagna (cfr. Mt 6) Gesù ci insegna prima di tutto a non pregare «come i pagani»: cioè a non porre fiducia sulla quantità delle parole e soprattutto a testimoniare che ben sappiamo che «il Padre sa di quali cose abbiamo bisogno». È questo sapere del Padre, questo conoscerci nella nostra identità e nelle nostre esigenze che ci pone nella verità del nostro pieno abbandono, fiducioso e credente nella Provvidenza. L’evangelista Matteo, in modo articolato e interpretato, ci propone la preghiera insegnataci da Gesù: cardine e sintesi di tutta la Scrittura, del pregare della Chiesa (cfr. Santa Messa, Lodi, Vespri). «Padre nostro che sei nei cieli»: Dio che ci sei papà, non solo mio, ma di tutti noi, e sei divino, non solo creatore di tutto ciò che è visibile. «Sia santificato il tuo nome»: la tua persona sia riconosciuta diversa da tutto ciò che è profano, terrestre, limitato; bensì sia santa. «Venga il tuo regno»: si attui davvero il tuo modo di guidarci, di governarci. «Sia fatta la tua volontà come in cielo, così in terra»: il tuo volere, pieno di benevolenza e di amore (non semplice comando) sia attuato sempre e dovunque. Queste quattro richieste esprimono in pienezza quanto ci è chiesto e donato dai primi tre comandamenti del decalogo (cfr. Es 20; Dt 5): Dio è Padre, l’unico, il primo, nello spazio tutto e nel tempo, e la nostra vita ha senso se facciamo la sua volontà. Le ultime tre richieste intendono invocare una vita buona e bella, in una collaborazione di amore e di libertà possibile. «Dacci il nostro pane quotidiano»: dacci il necessario per vivere. «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori»: rendici accoglienti della tua misericordia e capaci di perdono. «Non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male»; donaci la libertà di scegliere il bene e di saper amare. 

Preghiera

Ripetiamo oggi lentamente, ripetutamente: «Padre nostro….». 

Agire

L’appendice del Vangelo al Padre nostro, è raccomandazione da attuare: solo perdonando il Padre ci perdonerà.

Meditazione del giorno a cura di monsignor Luciano Pacomio, vescovo di Mondovì, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it