Lettura

Per capire il brano del Vangelo siamo aiutati, ancora una volta dall’Epistola agli Ebrei. Possiamo ridirci che la vita è lotta contro tutto ciò che ci disumanizza e ci disintegra (il peccato). Ma il Signore corregge, in tutte le forme possibili, «colui che ama». Promuove in noi gioia, pace, rinfrancamento, vigilanza. 

Meditazione

L’annuncio del Vangelo si apre con Gesù che «insegna nella sinagoga» nella propria patria e si conclude riproponendo Gesù che «insegnava nei villaggi d’intorno». Sono presenti suoi discepoli che lo seguono e con loro «molti» (in questi siamo anche noi coinvolti e riproposti a Gesù) rimanevano stupiti. Di per sé lo stupore è un risuonare bello e buono di fronte al parlare (insegnare) di Gesù. Le domande, che costoro si pongono, sono incalzanti. Inizialmente sembrano constatazioni positive: «Di dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani?» Anche noi dobbiamo in questo Anno della fede continuare a gustare la Parola del Signore, a stupirci della sua potenza, sapienza, imprevedibile capacità di trasformare e di rinnovare. Subito, però, subentrano gli altri interrogativi che rivelano l’irrilevanza dei natali e della parentela di Gesù: «Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di…? E le sue sorelle non stanno qui da noi?» C’è un modo di avvicinarsi a Gesù disincantato, accecato dai nostri interessi e dalle valutazioni che noi diamo e ci rendono incapaci di cogliere nel quotidiano, nel piccolo, nel limite e nella povera nostra storia, la grande operante presenza del Signore. Come è importante sottolineare, da un lato, la verità della “irrilevanza” del lungo periodo di vita (oltre trent’anni) di Gesù vissuti a Nazaret. Non per nulla è stata qualificata come “la vita nascosta”. Dall’altro lato, è altrettanto importante riconoscere che il limite storico, geografico, familiare, economico è la strada maestra con cui Gesù uomo ci ha attestato efficacemente che «nella debolezza – umana – si manifesta la potenza di Dio». Due realtà dobbiamo sottolineare e dalle quali dobbiamo difenderci e distanziarci. La prima: Gesù stesso, vero uomo, si meraviglia dell’incredulità dei propri compaesani. La seconda: Gesù non può compiere nessun prodigio.

Preghiera

Signore Gesù, aiutaci a pregare con le espressioni del salmo responsoriale: tutto ciò che è in me benedica il tuo nome, sii con me e con i miei, tenero come un padre verso i figli, dammi la forte sicurezza che il tuo amore è da sempre e per sempre.

Agire

Non voglio oggi lasciarmi accecare dalle forme di potenza, di ricchezza, di gloria che mi circondano. Voglio guardare tutti con gli occhi “buoni”, “promotori” di bene.

Meditazione del giorno a cura di monsignor Luciano Pacomio, vescovo di Mondovì, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it