La Santa Sede loda le applicazioni pacifiche delle tecniche nucleari

Monsignor Ettore Balestrero interviene alla 54a Conferenza Generale dell’AIEA

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di Roberta Sciamplicotti

VIENNA, mercoledì, 22 settembre 2010 (ZENIT.org).- Intervenendo questo martedì a Vienna (Austria) nel corso della 54a Conferenza Generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), monsignor Ettore Balestrero, sottosegretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, ha ricordato i benefici derivanti dalle “applicazioni pacifiche di tecniche nucleari” e ha incoraggiato a portare avanti l’impegno in questo campo.

“Fin dalla sua fondazione, l’AIEA è stata un punto di riferimento insostituibile per la cooperazione internazionale nell’uso della energia nucleare a scopi pacifici e per lo sviluppo umano integrale”, ha ricordato.

Il programma di Cooperazione tecnica dell’Agenzia è infatti “uno degli strumenti principali di trasferimento della scienza e della tecnologia nucleari agli Stati membri per promuovere lo sviluppo integrale, sociale ed economico”.

Le iniziative dell’AIEA, “quando modellate sulle necessità degli Stati destinatari e dei loro interlocutori nel contesto delle priorità nazionali, contribuiscono a combattere la povertà e quindi anche a una soluzione più pacifica dei gravi problemi che l’umanità deve affrontare”.

Le “applicazioni pacifiche di tecniche nucleari”, ha sottolineato monsignor Balestrero, “possono apportare, in numerosi modi, un contributo significativo alla risposta ai problemi più urgenti, per esempio la gestione delle forniture di acqua potabile, la produzione di colture che rendano un raccolto migliore o abbiano una tolleranza maggiore al sale nei climi aridi, l’eliminazione non pericolosa per l’ambiente di parassiti che sono veicoli di malattie, o comunque dannosi”.

“Fra le altre cose, queste applicazioni si possono utilizzare in modo efficace nello studio della malnutrizione dei bambini e nella diagnosi e nel trattamento delle malattie”, ha aggiunto.

In questo contesto, ha menzionato in particolare il ruolo dei radionuclidi usati nella diagnosi e nella cura di malattie maligne.

“La radioterapia è uno dei trattamenti fondamentali del cancro, e più del cinquanta per cento dei pazienti colpiti da questa malattia beneficerebbe di tale terapia, utilizzata sia da sola, sia unita a chemioterapia e chirurgia. Tuttavia, nel mondo in via di sviluppo, più della metà del numero dei pazienti colpiti dal cancro non avrà accesso alla radioterapia a causa della mancanza di apparecchiature adeguate e di personale sufficientemente formato con esperienza in medicina clinica e in fisiatria”.

Apprezzando “l’opera e gli sforzi dell’AIEA e dei suoi interlocutori per la pianificazione e il progresso dei programmi di controllo del cancro, che includono la fornitura e la modernizzazione delle apparecchiature essenziali e la formazione adeguata dei medici, dei fisiatri e dei tecnici nonché lo scambio mondiale di informazioni importanti”, la Santa Sede incoraggia l’organismo “a proseguire e rafforzare tutte le sue importantissime attività”.

No alle armi

Nel suo discorso, monsignor Balestrero ha sottolineato che l’AIEA deve anche impegnarsi per ridurre la minaccia per l’umanità rappresentata dalle armi nucleari.

“La Santa Sede è convinta che l’AIEA può guardare con soddisfazione a ciò che ha conseguito dalla sua fondazione, in base ai tre pilastri del suo mandato: tecnologia, sicurezza e verifica. Tuttavia ancora molte sfide in futuro devono essere affrontate”, ha dichiarato.

Per la Santa Sede, il Trattato di Non Proliferazione (TPN) è “la pietra d’angolo del regime globale di non proliferazione nucleare, la base per perseguire il disarmo nucleare, e un importante elemento per l’ ulteriore sviluppo delle applicazioni dell’energia nucleare a scopi pacifici”.

“Poiché il TPN è l’unico strumento legale multilaterale disponibile teso a un mondo libero dalle armi nucleari, non bisogna mai permettere che venga indebolito”.

Allo stesso modo, monsignor Balestrero ha esortato a promuovere zone libere da armi nucleari, soprattutto in Medio Oriente. “Le zone libere da armi nucleari sono l’esempio migliore della fiducia, della convinzione e dell’affermazione che la pace e la sicurezza sono possibili senza il possesso di armi nucleari”, ha constatato.

“L’umanità merita non meno che la totale cooperazione di tutti gli Stati su questo importante argomento. Ogni elemento del programma di non proliferazione e di disarmo deve essere basato sui principi del valore preminente e innato della dignità umana e della centralità della persona umana, che costituiscono la base del diritto umanitario internazionale”.

Il presule ha quindi ricordato una frase di Papa Giovanni Paolo II sul concetto di “ecologia umana”, “che è un altro prerequisito dello sviluppo sostenibile”: “Mentre ci si preoccupa giustamente….di preservare gli ‘habitat’ naturali delle diverse specie animali minacciate di estinzione…. ci si impegna troppo poco per salvaguardare le condizioni morali di un’autentica ‘ecologia umana’” (Enciclica Centesimus annus).

“Papa Benedetto XVI ha sviluppato questa affermazione dicendo che ‘quando l”ecologia umana’ è rispettata dentro la società, anche l’ecologia ambientale ne trae beneficio… il libro della natura è unico, sia sul versante dell’ambiente come su quello dell’etica personale, familiare e sociale. I doveri verso l’ambiente derivano da quelli verso la persona considerata in se stessa e in relazione agli altri” (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2010), ha aggiunto monsignor Balestrero.

“È in questo modo – ha concluso – che la Santa Sede considera, e invita anche gli altri a considerare, il contributo dell’AIEA alla pace, alla salute e alla prosperità”.

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ZENIT Staff

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