Il mistero dell'oggi!

L’uomo deve ritrovare se stesso, perché troppo dipende dai riflessi del passato e dagli affanni per il futuro

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Se vogliamo che il mondo rivoluzioni i suoi ritmi sregolati e incontrollabili e ripristini l’armonia che lo ha generato, dovremmo tutti avere la forza di prendere una santa decisione: Essere con Dio oggi, domani, sempre, senza mai affossare o delegittimare, nemmeno per un solo istante, la nostra realtà quotidiana. Cosa fare? Come bisogna comportarsi per essere sempre con Dio nell’oggi? Occorre saper ascoltare tutto ciò che Cristo dice ogni giorno al nostro cuore e alla nostra mente. Non c’è altra verità che possa guidare l’uomo e il mondo intero verso la vera salvezza. Il passato, i profeti, le circostanze periodiche vissute, gli affanni del futuro, la dipendenza da mille progetti, non sono elementi che ci appartengono, dice il Padre dei cieli! Se ognuno di questi modelli o realtà dovesse prendere il sopravvento nella nostra vita, cambierebbe e sarebbe tradita la natura del mistero che attraversa l’oggi dell’umanità. Suor Odette Prevost, uccisa in Algeria il 10 novembre 1995, scriveva nel suo diario spirituale: “Vivi il giorno d’oggi, Dio te lo dà è tuo, vivilo in lui. Il giorno di domani è di Dio, non ti appartiene. Non portare sul domani la preoccupazione di oggi. Il domani è di Dio: affidaglielo. Il momento presente è una fragile passerella: se lo carichi dei rimpianti di ieri, dell’inquietudine di domani, la passerella cede e tu perdi piede. Il passato? Dio lo perdona. L’avvenire? Dio lo dona. Vivi il giorno d’oggi in comunione con lui!”. Quando si vive legati ogni giorno ai timori per quello che succederà domani o si resta schiacciati dal peso dei tormenti del passato, Dio non è con noi; lo allontaniamo  con durezza; non confidiamo più in Lui.

Satana a quel punto prende il sopravvento e logora chiunque lentamente, potendo gestire, a modo suo, ogni possibile pensiero. È necessario perciò ricordare che Cristo cammina oggi nella nostra storia, secondo la volontà di Dio! Seguirlo in questo eterno viaggio, ascoltandolo e obbedendo  alla sua Parola nell’attualità dei tempi, ci porta a riscoprire il grande valore della libertà insito nell’uomo. Non sfugge a nessuno che nel nostro tempo la società è affossata e avvinghiata da mille false convenzioni e da un relativismo che appanna la vera dimensione della coscienza umana. Senza questa verità nel cuore  sfuggirà sempre  ad ognuno il significato autentico della propria vita. Vivere l’oggi con pienezza, immersi nella sapienza del vangelo, non significa far finta di non vedere ciò che è stato o rinunciare a proiettarsi verso un avvenire migliore! È invece l’esatto contrario! L’armonia quotidiana delle azioni individuali o di gruppo pone un argine, naturale e indistruttibile, alle tante ragnatele di ogni trascorso e impedisce di cadere nella stretta degli affanni che accompagnano il domani. L’attesa di un risultato positivo o la presa di distanza da un momento vissuto nel disagio si risolvono nel modo desiderato, soltanto attraverso la capacità personale di vivere il quotidiano nella santità della Parola. In questa giusta dimensione Dio interviene, opera, sana, accompagna, prepara, aiuta, risolve. Leggiamo in Matteo: “Nessuno può servire due padroni………Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno”.

Far bene le cose ogni giorno con il cuore sintonizzato sul senso cristiano della vita, non mette forse in circuito una serie di elementi, necessari a preparare il terreno positivo per le ventiquattrore seguenti? Non sana o lenisce per caso le ferite che ogni uomo si porta dalle proprie vicissitudini? E non bilancia quasi sempre ciò che di rilevante o di frivolo si è ottenuto da un qualsiasi processo personale o collettivo? L’oggi quindi regola senza eccezione la vita di ognuno e fa crescere o regredire la comunità di appartenenza. L’esempio più grande viene da Giuseppe, ricordato proprio dalla Chiesa in questi giorni. L’umile falegname obbedisce all’annuncio dell’Angelo e accetta di riflesso la durezza storica di quel preciso momento. Nel cuor suo forse non comprende la portata di quell’ascolto, ma sceglie di viverlo intensamente nella sua quotidiana realtà. Risultato: Eleva il significato del suo umile passato; salva il proprio futuro; offre all’umanità intera la strada della redenzione. L’uomo deve ritrovare se stesso, perché troppo dipende dai riflessi del passato e dagli affanni per il futuro, saltando di pari passo il suo presente. Le guerre perciò sono ancora attuali; la convivenza sociale e civile arranca; l’edonismo e il materialismo, pur se falsi padroni, resistono; la politica ha perso la sua bussola; l’ambiente è stato devastato; l’economia non sa come rigenerarsi; l’unità tra uomo e donna voluta da Dio, diventa solo l’ennesimo dibattito parlamentare, mentre ogni giorno le donne muoiono o vengono lasciate da sole, sia con o senza lavoro. La risposta, se con Dio, è tutta nel mistero dell’oggi!

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email:  egidio.chiarella@libero.it. Per ulteriori informazioni: www.egidiochiarella.it. Per ordinare l’ultimo libro di Egidio Chiarella si può cliccare qui

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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