"Il ministro Giannini coinvolga le famiglie"

Dopo l’incontro con i gruppi Lgbt, intervengono le associazioni dei genitori per chiedere al ministro dell’Istruzione di consultare le famiglie prima di introdurre programmi scolastici su temi eticamente sensibili

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Giorni fa, nel corso di un incontro con alcuni esponenti di associazioni omosessuali, Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione, ha garantito il suo impegno a portare avanti la “Strategia Nazionale” contro le discriminazioni e l’omofobia tra gli studenti.

Ciò che si chiedono i genitori italiani, a questo punto e alla luce delle polemiche suscitate nei mesi scorsi a causa dell’impronta ideologica della Strategia, è come il ministro intenda perseguire questo obiettivo. Pertanto, l’Associazione Italiana Genitori (Age) sollecita “un incontro a breve sul tema” con la Giannini, in cui chiederanno “una data certa per la stesura delle Linee guida per la prevenzione del fenomeno del bullismo e del cyber-bullismo che il ministro, rispondendo oltre un mese fa a un’interpellanza parlamentare, ha annunciato che saranno emanate entro settembre proprio attraverso il confronto diretto e costante con i genitori”.

Il timore tuttavia è che questo confronto venga snobbato dal ministro. “Come una delle associazioni genitori che ha fondato il Fonags (Forum nazionale delle associazioni genitori nella scuola presso il ministero) – spiega Fabrizio Azzolini, presidente dell’Age – con grande preoccupazione osserviamo che, dalle quattro righe del comunicato stampa del Ministero, sembra che il ministro intenda proseguire la Strategia Unar e sia intenzionato a farlo senza coinvolgere le associazioni genitori e quelle dei docenti, perseverando nella linea dei precedenti governi”.

Il mancato coinvolgimento dei genitori, ricorda ancora Azzolini, stride con la “Raccomandazione europea CM/Rec (2010)5, che è all’origine della Strategia”, la quale invita “gli Stati a ‘tenere conto del diritto dei genitori di curare l’educazione dei propri figli’ nel ‘predisporre e attuare politiche scolastiche e piani d’azione’ per combattere la discriminazione”. E ancora, il presidente Age cita “il protocollo triennale del 2013 tra Pari Opportunità e Miur”, che sottolinea “in premessa che il ministero dell’istruzione ‘assegna priorità ai bisogni, agli interessi, alle aspirazioni degli studenti e delle loro famiglie’”.

I genitori italiani sono preoccupati poi da alcune dichiarazioni e richieste – aggiunge Azzolini – “contenute nel documento che il gruppo di associazioni Lgbt ha consegnato al ministro Giannini. In particolare laddove si legge che per queste associazioni gli opuscoli dell’istituto Beck sono stati realizzati su mandato dell’Unar “in una prospettiva scientifica e non ideologica”. Ancora “con maggiore apprensione – afferma il presidente dell’Age – leggiamo che, mentre ci si chiede che ‘venga ribadita la centralità degli organi collegiali della scuola, rappresentativi di tutte le sue componenti nella scelta delle proposte educative’, si precisi subito che ‘qui non siamo di fronte a materie eticamente sensibili. I giovani interagiscono tra di loro e non possiamo lasciare la sola famiglia ad occuparsi di educazione alla affettività e alla sessualità quando la stessa è impreparata o assente. Questa deve essere generalizzata. Le famiglie devono essere coinvolte ma non sono accettabili veti ideologici’”.

Di fronte a queste richieste l’Age ribadisce che “la Costituzione italiana all’art. 30 e la legge 53/2003, oltre alle Convezioni europee dei diritti dell’uomo e Onu dei diritti del fanciullo e alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, decretano il diritto alla libertà educativa dei figli”. Perciò, conclude Azzolini, “non ci lasceremo mai espropriare del nostro prioritario diritto alla libertà educativa costituzionalmente e universalmente riconosciuto”.

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ZENIT Staff

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