di Carmen Villa
CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 14 ottobre 2008 (ZENIT.org).- La maggior parte delle persone si è avvicinata almeno una volta nella vita alla Parola di Dio. Lo conferma una ricerca sulla lettura della Bibbia in prospettiva ecumenica, presentata questo martedì nel corso di una conferenza stampa nella Santa Sede.
La presentazione è stata a carico del Cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, di monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Federazione Biblica Cattolica, di Miller Milloy, segretario generale della United Bible Societies in Inghilterra, e del professor Luca Diotallevi, docente di Sociologia presso l’Università “Roma Tre”.
La ricerca è stata svolta tra il novembre dell’anno scorso e il luglio 2008 per valutare il rapporto della popolazione adulta con le Scritture ed è stata realizzata in dodici Paesi: Stati Uniti, Inghilterra, Olanda, Germania, Francia, Spagna, Italia, Polonia, Russia, Hong Kong, Filippine e Argentina.
All’inizio, la Società Biblica Cattolica e la United Bible Societies hanno firmato un accordo di traduzione e diffusione della Bibbia, che è stata tradotta in 2.454 lingue. Secondo quanto ha spiegato monsignor Paglia, è stata tradotta interamente in 438 lingue, solo il Nuovo Testamento in 1.168 e solo alcuni libri in altre 848. Attualmente sono 4.500 le lingue in cui la Bibbia non è ancora stata tradotta.
I vantaggi di leggere la Bibbia
Il Cardinale Kasper si è riferito all’eredità ecumenica delle Sacre Scritture e alla necessità di riconciliare la varie tradizioni e di cercare un linguaggio comune comprensibile. Allo stesso modo, ha parlato della sfida di evitare la lettura fondamentalista e ha incentivato la pratica della lectio divina e la lettura e la meditazione personale della Bibbia, sottolineando inoltre l’importanza dell’interpretazione storica, nel senso che la fede cristiana non è una questione di mitologia.
Da parte sua, monsignor Paglia si è riferito alle Sacre Scritture come punto di unione per il dialogo all’interno delle varie confessioni cristiane: “La ricchezza di questo ascolto comune non solo beneficia la crescita spirituale di tutti, ma fa maturare la comunione già esistente, allontana dalle tensioni di vivere la propria identità in modo autosufficiente e motiva a che i credenti non si chiudano in se stessi”, ha affermato.
Numeri che parlano
Secondo la ricerca, gli abitanti degli Stati Uniti sono quelli che leggono di più la Bibbia personalmente (75%), mentre in Spagna e in Francia la percentuale è solo del 20%. Negli altri Paesi europei la media è del 30%.
Lo studio mostra che la maggior parte delle persone ha a casa una copia della Bibbia, tranne in Francia (dove solo il 48% ce l’ha) e a Hong Kong (appena il 17%).
Quanto al tema dell’interpretazione della Parola di Dio, gli Stati Uniti e le Filippine sono i Paesi che mostrano maggiore interesse per le omelie durante le celebrazioni liturgiche (47% e 66% rispettivamente), mentre Hong Kong e Francia dimostrano minore interesse (2% e 8 %).
Nella maggior parte dei Paesi si è constatato un avvicinamento critico alle Sacre Scritture. Le Filippine mostrano una lettura più fondamentalista e Hong Kong una più riduzionista. Ad eccezione di Francia e Hong Kong, negli altri Paesi si è approvato il fatto che la Bibbia si studi a scuola.
Credenze e riti
Circa il tema dell’esistenza di Dio, in tutti i Paesi tranne in Francia (dove solo il 47% ha risposto in modo affermativo) la maggior parte del campione afferma di credere o di aver creduto in qualche momento che un essere superiore vigili sulla sua vita.
Quanto alla preghiera, negli Stati Uniti l’87 % degli abitanti intende il senso della preghiera e prega spesso. L’indice più basso in questo senso si è avuto a Hong Kong, con il 28%.
Il più alto indice di partecipazione alle cerimonie religiose si riscontra nelle Filippine, con il 90%, mentre il più basso è nel Regno Unito, con il 45%.
In Paesi come Stati Uniti, Germania, Italia, Polonia, Filippine e Argentina, la maggior parte degli intervistati crede che il contenuto della Bibbia sia reale, e in tutti i Paesi tranne a Hong Kong, con il 43%, la maggior parte lo ritiene interessante.
[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]