di Inma Álvarez

OTTAWA, mercoledì, 1 ottobre 2008 (ZENIT.org).- I Vescovi canadesi hanno scritto una Lettera pastorale ai loro fedeli in occasione del 40° anniversario della promulgazione dell'Enciclica Humanae vitae, che definiscono “profetica”, invitando a riscoprirla e a “integrare” nella vita i suoi “importanti insegnamenti”.

La Lettera, approvata dall'Assemblea Plenaria dei Vescovi e resa pubblica il 26 settembre scorso, festa dei Martiri Canadesi, afferma che l'Enciclica di Paolo VI “è molto più di un 'no' alla contraccezione”.

“Il documento approfondisce la trasmissione della vita umana”, “il compito più serio in cui la coppia sposata collabora in modo libero e responsabile con il Creatore”, e che è “intimamente collegato alla vita e alla felicità degli esseri umani”, affermano.

In questo senso, i presuli insistono sull'importanza della “teologia del corpo” sviluppata in seguito da Giovanni Paolo II, che ritengono una “rivoluzione” che “avrà effetti molto positivi sul cristianesimo del XXI secolo”.

“Invitiamo i nostri fedeli ad essere i primi a sperimentare il suo potenziale liberatore”, esortano.

Il grande apporto della Humanae Vitae e di Giovanni Paolo II è quello di mostrare “il progetto di Dio riguardo all'amore umano” nei suoi aspetti “naturali, soprannaturali ed eterni”, così come il “significato sponsale del corpo umano”.

“Dio ha fatto del matrimonio, e più specificamente dell'atto coniugale un'espressione del suo amore, e la questione è questa: come ama Dio? Cristo, Dio fatto uomo, ci dà la risposta: riflettendo sulla Croce e sull'Eucaristia, vediamo che questo amore si dona 'fino alla fine'. E' questo l'amore al quale sono chiamati gli sposi”.

L'aborto, la sterilizzazione e la contraccezione, quindi, “sono opposti alla volontà del Creatore”, aggiungono.

La paternità e la maternità devono dunque “essere guidate dallo Spirito Santo”. “Gli sposi che scelgono la pianificazione naturale riconoscono nell'altro la sua dignità di persona, incluso il dono della sua fertilità”.

La Humanae Vitae e la teologia del corpo, spiegano i Vescovi, “rappresentano una grande opportunità per un mondo che spesso è troppo occupato a difendere se stesso contro lo straordinario potenziale di vita della sessualità”.

“Sulla scia di questi due Papi profetici, la Chiesa, esperta di umanità, lancia un messaggio inaspettato: la sessualità è amica dell'uomo, un dono di Dio”, concludono.

[Il messaggio dei Vescovi canadesi può essere letto sul sito www.cccb.ca]